Quando nel 2002 si cominciava a parlare di CO2, di anidride carbonica, la gente pensava che non potesse essere pericolosa: sembrava inutile parlare di danni ambientali dovuti a qualcosa che in fin dei conti si trovava nell'acqua con le bollicine...
Questo è l'esordio dell'intervista che Stefano Carnazzi, redattore e coordinatore di Life Gate, ci ha concesso in occasione della Giornata Mondiale dell'Ambiente. Carnazzi, giornalista impegnato da anni sui temi ambientali, è anche uno dei massimi esperti di Energie Rinnovabili, e suo è il libro uscito lo scorso anno su questo tema (Xenia edizioni, 2007). Lasciamo che le sue parole ci guidino alla comprensione del significato di questa giornata particolare in cui ognuno deve investire qualcosa perchè il nostro pianeta continui ad ospitare favorevolmente noi e i nostri discendenti.
Nel 2002, continua Carnazzi, l'ambiente era vissuto come "l'ambiente ristretto che stava intorno a noi", poi la sequenza di eventi è stata memorabile
Questa sequenza di eventi ci aiuta a capire la trasformazione del pensiero relativo all'ambiente. Dal nulla al catastrofismo assoluto nel giro di pochi anni. Il protocollo di Kyoto, anche se è stato uno strumento non perfetto, ha ad esempio obbligato i governi a fare un po' di contabilità: contare e controllare le proprie emissioni. Produrre anidride carbonica non era più un problema solo di "bollicine nelle bibite"....
Quando si fa della contabilità, quando si devono organizzare i conti di casa propria, si stimola la consapevolezza di un problema, e l'evento forse più importante degli ultimi anni è stato il "Rapporto Stern", che ha preso il nome da Nicholas Stern, responsabile economico del governo britannico, che nell'ottobre 2006 ha stilato alcune considerazioni fondamentali:
E' un conto semplicissimo: se si investe la propria creatività si perde solo l'1%, se non si fa nulla si perde il 20% ogni anno. E l'investimento invece, può essere produttivo e generare risorse ulteriori, portando in attivo la perdita stimata dell'1% e consentendo una progressione dell'economia mondiale.
Lo sviluppo delle energie rinnovabili, in particolare quella eolica (il vento) e quella fotovoltaica (il sole) stanno crescendo del 50% su base annua in tutto il mondo (in Italia solo del 30%, ma anche qui è comunque in aumento).
Le 3 pale eoliche che stanno al centro del World Trade Center di Dubai, inserite in modo splendido nella architettura del luogo, sono un segnale e un simbolo per il futuro.
Ma non si tratta di rinunciare a qualcosa, la filosofia che guida le persone che stanno investendo sull'ambiente non è e non deve essere quella del risparmio fine a se stesso e nemmeno quella della tristezza. Fare funzionare la parte creativa dell'umanità può essere divertente e godibile. Il successo mondiale di un'auto ibrida come la Prius, la applicazione di un micropannello fotovoltaico nel quadrante di un orologio Citizen (che evita l'inquinamento da pile elettriche), o l'impiego di tecnologie comunicative diverse, è espressione di gioia, investimento, risparmio futuro e impostazione ecologica. Lavorare sulle energie rinnovabili contribuisce a mantenere attiva quella migliore: quella che c'è dentro di noi.
Mandare una email, costa, dal punto di vista energetico 200 volte meno di una lettera, e mandare un SMS costa (dal punto di vista energetico) 30 volte meno di una email.
Anche i grandi stilisti stanno usando cotoni biologici (e lo scrivono sulle loro produzioni) perché si può avere un prodotto ecologico, modificato dalla intelligenza e dalle tecnologie attuali, senza per forza dovere mettere delle corde di juta a contatto della pelle, come certa pubblicità deleteria vorrebbe fare credere.
Questa sera ad esempio, ricordandoci che sentire una musica con l'iPod costa 500 volte meno che sentirla sullo stereo di casa propria, si può partecipare a un concerto veramente stellare, al Parco Sempione di Milano, oppure sintonizzarsi sulle frequenze di Life Gate Radio (se la pioggia non deciderà di darci una pausa), e ascoltare, a luci abbassate, uno dei più bei concerti degli ultimi tempi.