Le notti “brave” che non fanno dimagrire: adulti nottambuli e bambini al computer a rischio

26 Ottobre 2006
Le notti "brave" che non fanno dimagrire: adulti nottambuli e bambini al computer a rischio

Può sembrare un paradosso, tanto più che il linguaggio ci suggerisce scenari completamente ribaltati: un bambino “sveglio” ce lo immaginiamo magro e iperattivo, un bambino “addormentato” tranquillo e grassottello. Ma sono immagini dalle quali dobbiamo prendere le distanze.

Anche gli adulti che passano le loro “notti brave” sono a rischio di innescare una corsa al grasso, soprattutto se la loro notte è accompagnata dall’uso di alcol e non hanno una base alimentare e di movimento fisico corretto. 

È quanto emerge da una ricerca (Taheri S, Arch Dis Child 2006 Nov;91(11):881-4) condotta da un’équipe di medici britannici della Bristol University, sotto la direzione del dottor Sharhad Taheri (una sintesi del lavoro sul sito della BBC). I risultati dello studio parlano di una forte correlazione tra deprivazione del sonno e aumento di peso. In altre parole, i bambini, preadolescenti e adolescenti che dormono un insufficiente numero di ore sarebbero portati all’obesità più facilmente dei dormiglioni.

La causa diretta di questa perversa relazione “meno sonno più grasso” è da ricercare, secondo gli studiosi inglesi, nelle alterazioni ormonali provocate dalla privazione di sonno. Queste alterazioni indurrebbero a loro volta un “falso bisogno” di alimenti ricchi di amidi e di zuccheri, in grado di imprimere una spinta energetica all’organismo affaticato.

La forte correlazione (inversa) tra quantità di sonno e quantità di peso è per la verità già ben nota e non si può dire che questa nuova tessera del mosaico riesca davvero sorprendente. Eurosalus ha già affrontato il problema in varie occasioni: qui ci preme rinviare in modo particolare agli articoli Aprile… dolce dimagrire e Grassi e ipertesi? Dormiamoci su… Entrambi sottolineano l’importanza del sonno per l’equilibrio ormonale, degli adulti come dei bambini.

Del resto, come già osservato anche di recente su queste pagine, la crescente diffusione dell’obesità infantile non può essere fatta risalire ad un’unica causa, rimuovendo la quale il problema sarebbe rapidamente risolto. Esiste al contrario un vero e proprio ambiente tossico nel quale i bambini e i ragazzi di oggi vivono immersi e che li predispone all’obesità in percentuali preoccupanti.

Non un singolo errore, ma una catena di errori, uno stile di vita da correggere da cima a fondo: dalle abitudini alimentari all’attività fisica fino, appunto, ai ritmi circadiani.

di Ezio Sinigaglia