Prevenire è meglio che curare, per tutti

12 Dicembre 2012
Prevenire è meglio che curare, per tutti

L’Italia sta attraversando un momento economicamente particolare in cui l’attenzione al risparmio diventa parte della sensibilità di tutti e si legge tra le corsie del supermercato e del discount, ma anche sui cartelloni pubblicitari delle grandi città.

È indubbio che circostanze di questo tipo abbiano richiesto attenzione in più per ciascuno e che la speranza che anche le istituzioni si muovano verso una gestione più oculata delle risorse sia radicata e presente.

Nei giorni scorsi Monti ha rassicurato sul fatto che il Sistema Sanitario Nazionale resta, per il momento, essenziale nelle scelte organizzative del paese. Nel frattempo però l’età media della popolazione continua ad alzarsi, e così aumenta non solo la quota di persone che si ammalano di più, ma anche quella di chi richiede cure prolungate o continue. Questo fa sì che, ancor più in questo momento, diventi essenziale risparmiare in campo sanitario, e farlo con intelligenza, per poter rispettare e puntare al benessere della popolazione.

È interessante ad esempio riprendere la tradizione medica cinese, nella quale il medico era pagato solo quando il paziente restava in salute e la parcella non doveva essere inviata qualora il paziente si ammalasse. Un atteggiamento di questo tipo punta tutta la sua potente efficacia sulla prevenzione.

Come ricordano Vincenzo Atella, Luigi Fontana e Sergio Pecorelli su La Repubblica, un cambiamento delle abitudini alimentari e un miglioramento dello stile di vita della popolazione significherebbe una riduzione davvero significativa della necessità di cura e un abbattimento drastico delle spese di gestione delle patologie croniche influenzate da tali parametri (che sono quelle più frequenti, dal cancro alla malattia cardiovascolare). Talvolta in Italia sembra dimenticarcisi che la prevenzione non è fatta solo di vaccinazioni, ma anche e in maniera importante e potente di stile di vita e scelte nutrizionali.

Negli Stati Uniti, e soprattutto nello stato di New York, grazie alla gestione attenta di Bloomberg, da qualche anno la sensibilizzazione della popolazione è ricercata in più e più modi, passando dalle pubblicità progresso alle leggi che riducono le dimensioni delle bibite gasate e zuccherate. Sono scelte che fanno davvero ridere della propria situazione, se guardate da un paese in cui la colazione tipo suggerita nelle pubblicità ma non solo, è fatta di due fette biscottate con la marmellata, tre biscotti nel latte, e una fetta di pane spalmata di crema che dovrebbe essere alle nocciole ma che contiene più zucchero e olio di palma che altro.

Fare una prevenzione di questo tipo, che punti alla sensibilizzazione della popolazione unendo le energie dei medici di base, degli ospedali e del marketing, sarebbe un obiettivo bellissimo e utile da raggiungere, con la capacità di abbattere costi inutili lasciando aperte invece più strade alla ricerca e possibilità terapeutiche più efficaci a chi le necessiti, oltre che possibilità di guadagno etico per chi se ne stia occupando.

Smettere di fumare, cominciare a fare attività fisica o scegliere un’alimentazione più sensata per sé e per la propria famiglia, rappresenta un modo per risparmiare dentro e fuori le mura di casa, e per assicurarsi una vita più lunga ma anche più sana

Scegliere per la salute della propria famiglia significa lavorare con semplicità per il bene proprio e per quello della comunità, anche se le istituzioni ancora non dovessero scegliere per il bene dei propri elettori.