Paura della guerra: prepararsi per difendersi anche da Nucleare, Batteriologico e Chimico

28 Settembre 2001
Paura della guerra: prepararsi per difendersi anche da Nucleare, Batteriologico e Chimico

Mai come oggi il rischio di una possibile contaminazione a distanza, o diretta, da agenti nucleari, biologici o chimici si fa presente alla realtà di ciascuno di noi. Tutti speriamo e vogliamo credere che non si arrivi a situazioni di questo tipo, ma invece è possibile prepararsi ad affrontare questo rischio e limitarne i possibili danni.

Nel corso dei prossimi giorni daremo in sequenza le indicazioni utili ad affrontare, ove possibile, i diversi scenari di aggressione.

Se da una parte dell’oceano non si esclude il possibile ricorso all’arma nucleare, è necessario sapere che numerosi tra i paesi coinvolti politicamente in questi giorni non hanno mai voluto firmare gli impegni internazionali per la eliminazione delle armi batteriologiche, mentre grandi depositi di agenti tossici, come i gas nervini, sono purtroppo ancora pronti all’uso in molte parti del mondo.

È ovvio che non si possono dare indicazioni per difendersi da una esplosione nucleare che ci coinvolga direttamente, ma è possibile ad esempio sapere come affrontare il fallout radioattivo che provoca nei giorni successivi ad una esplosione enormi danni biologici, oppure sapere come cercare di difendere noi e i nostri figli opponendosi a batteri studiati appositamente per resistere alla maggior parte degli antibiotici esistenti, o a virus di grande diffusione.

L’insieme di questi tre possibili mezzi di aggressione viene definita “guerra NBC” che sono le iniziali di Nucleare, Biologico, Chimico.

L’esperienza più prossima a quella di una possibile contaminazione da radionuclidi provocati dallo scoppio di una bomba atomica è stato il disastro del reattore nucleare di Chernobyl, avvenuto nel 1986. In quel caso è stato chiaro a tutti che sono state indispensabili anche alcune misure dietetiche di difesa (come evitare le verdure verdi a foglia larga o i funghi) e l’assunzione di integratori che contrastassero l’assorbimento dei radionucidi.

Gli effetti delle radiazioni ionizzanti sull’uomo sono rappresentati non solo dal cancro ma anche da patologie di minore entità (cistiche, disfunzionali e iperplasiche), proporzionalmente più frequenti quanto più si è lontani dal punto di scoppio della bomba nucleare. Queste malattie riflettono l’interferenza sul DNA e l’aumento dei radicali liberi, entrambi indotti dalle radiazioni.

Il riequilibrio dell’organismo con tutti i mezzi a disposizione (e soprattutto con un’adeguata strategia nutrizionale) rimane, come in altri casi, la migliore risposta possibile di difesa per una strategia difensiva a lungo termine. Sono necessarie delle precise indicazioni dietetiche ad esempio, relative alla astensione da alcuni cibi in determinati periodi successivi alla contaminazione e dipendenti dal tipo di sostanza ionizzante presente nell’aria o nell’acqua.

Nei prossimi giorni daremo indicazioni dettagliate per ognuna delle sostanze potenzialmente presenti. Tanto per avere una idea, l’astensione da carne e pesce nei mesi successivi può limitare l’assorbimento del Cesio radioattivo, l’astensione da latte e formaggi freschi (e da quelli stagionati negli anni successivi) e da cereali integrali quella dello Stronzio 90 e l’astensione da latte e verdure a foglia larga quella dello Iodio radioattivo.

Integratori vitaminici, alimentari, fitoterapici L’integrazione è finalizzata ad aumentare il potere antiossidante dell’organismo e quindi l’eliminazione dei radicali liberi.

Per l’integrazione quotidiana (che è comunque consigliabile effettuare a titolo preventivo per 2 mesi 2 volte all’anno) si segnalano:

  • vitamine A (20.000 UI),
  • Vitamina B6 (100 mg),
  • Vitamina C (1 g),
  • Vitamina E (200 UI),
  • Selenio (50 mcg)

Tutti i dosaggi si intendono “al giorno”. Inoltre una formula di oxiprolinati di Manganese (60 ml), Zinco (130 ml), Rame (60 ml), Pidobase (50 ml), 3 cucchiaini al dì per 20 giorni.

In caso di contaminazione acuta (come per il fallout radioattivo di una bomba atomica, come è stato per il disastro di Chernobyl o anche per l’esposizione ad alti livelli di radiazione da radioterapia antitumorale), l’integrazione vale per un periodo di 10 giorni, salvo diversa indicazione medica:

  • vitamine A o Betacarotene (100.000 UI),
  • Vitamina B6 (600 mg, come ad esempio in 2 compresse di Benadon),
  • Vitamina C (5-10 g, e sono validi tutti i preparati, particolarmente quelli a lento rilascio),
  • Vitamina E (600 UI come si trova in molti prodotti naturali o in prodotti come Ephynal 300),
  • Selenio (100 mcg come ad esempio 4 capsule di Selenox).
  • Più la stessa formula di oxiprolinati indicata sopra ma al dosaggio di 6-8 cucchiai al giorno.

Tutti i dosaggi si intendono “al giorno”.

Alcuni di questi temi sono trattati nel volume Resistere all’inquinamento di recente pubblicazione.