Diete e adolescenti: qualche suggerimento

di Carla Camerotto - Nutrizionista
24 Giugno 2014
Diete e adolescenti: qualche suggerimento

DOMANDA

Mia figlia, 17 anni, è sempre stata molto magra, ma negli ultimi mesi ha cominciato ad ingrassare nonostante una dieta attenta alle calorie e all’indice glicemico e nonostante una attività fisica costante (corre 40 minuti tutti i giorni). La tiroide è a posto. Potrebbe trattarsi di un’intolleranza? È aumentata 14 kg da novembre e non riesce assolutamente a dimagrire. Grazie.

RISPOSTA

Cara lettrice,

l’adolescenza è una fase importante per ogni persona che permette la definizione della propria individualità in relazione a stimoli ambientali che diventano via via più forti.

È una fase di cambiamento per il sistema endocrino e il sistema immunitario. Il corpo di conseguenza cambia, acquisendo nuove forme.

Nel caso di sua figlia, la prima cosa da comprendere è come le forme e la composizione corporea siano cambiati. I chili presi di per sé non danno informazioni su cosa sia successo, e il cambiamento va interpretato cercando di capire quale era la struttura fisica precedente.

Per intenderci può essere che il peso precedente fosse troppo basso e anche la massa grassa. Diventando adulte le donne tendono fisiologicamente ad avere un adipe maggiore che garantisce il sistema riproduttivo.

Altro aspetto molto importante da considerare è il mix tra attività fisica, dieta ipocalorica e metabolismo.

Da adolescenti il fabbisogno energetico è ancora medio alto, per garantire le ultime fasi dello sviluppo, e apporti inadeguati possono indurre un rallentamento dell’attività metabolica.

La dieta, ancora di più in questa fase della vita dovrebbe essere normocalorica e soprattutto normoproteica per garantire una giusta strutturazione della massa muscolare.

Garantire apporti adeguanti, puntando su una ricca prima colazione, è uno stimolo all’attività dell’asse ipotalamo-ipofisi che ha un ruolo chiave sia per il sistema endocrino che immunitario.

Al mattino poi la spinta al consumo permette di inserire alcuni cibi più golosi allentando i meccanismi di controllo sugli intake aiutando a creare un rapporto amichevole con il cibo.

È un aspetto psicologico da non sottovalutare per una età in cui la conoscenza del mondo sembra sfuggire di mano e lo sviluppo di forme ossessive di controllo è dietro l’angolo.

Lei mi chiede di possibili intolleranze? Per anni ci siamo sentiti dire che l’unico motivo per cui si ingrassa è che si introducono più calorie e che al contrario si dimagrisce mangiandone di meno.

Oggi sappiamo che non è sempre vero, e che in alcune condizioni l’infiammazione da cibo può essere una delle cause più importanti di ingrassamento, indipendentemente dalle calorie introdotte.

Per seguire un’impostazione nutrizionale che controlli l’infiammazione da cibo e favorisca il recupero della tolleranza alimentare è necessario avere a disposizione i risultati di un test di profilazione individuale che indichi quali sono i Grandi Gruppi Alimentari coinvolti nell’attivazione infiammatoria. I test su cui noi basiamo di preferenza le nostre valutazioni è Recaller.

Considerando l’età, caratterizzata da un maggior rischio di disturbi del comportamento alimentare, il mio suggerimento a priori, prima di iniziare qualsiasi percorso è quello di lavorare su una fase di accettazione della nuova forma.

La strategia è aiutare sua figlia a usare vestiti o colori che valorizzino la sua struttura e aiutarla ad amare il suo corpo a prescindere. Sono aspetti molto importanti nella costruzione di un rapporto di amore con il proprio corpo, cosa che in età adolescenziale tende a prendere strade molto conflittuali.

Le forti connessioni tra mente, sistema endocrino e sistema immunitario posso beneficiare di uno stato di serenità e può essere lo spunto per avere maggiore energie nell’affrontare nuovi percorsi per ritrovare la giusta forma.