Niente stress, siamo inglesi: il tè e la forza dei nervi distesi

4 Novembre 2006
Niente stress, siamo inglesi: il tè e la forza dei nervi distesi

Negli ultimi anni si è parlato a lungo dei molteplici effetti benefici del tè verde, che vanterebbe notevoli poteri antiossidanti e azioni di sostegno terapeutico in caso di tumore prostatico e di forme leucemiche.

Recentemente però anche il “buon vecchio tè” si è ripresentato alla ribalta, e i risultati di uno studio condotto dai ricercatori del prestigioso London University College (UCL) mostrano che bere “tè nero” combatte lo stress e favorisce il rilassamento.

La ricerca, pubblicata nel Journal of Psychopharmacology  (Steptoe A. et al, Psychopharmacology (Berl) 2006 Sep 30; [Epub ahead of print]) ha dimostrato che il tè nero riduce il livello di cortisolo, l’ormone che produciamo sotto stress.

Il cortisolo ha un effetto positivo solo quando viene prodotto dall’organismo in condizioni di stress per brevissimi periodi, ma quando, come nei tempi attuali, il cortisolo viene prodotto in eccesso e quotidianamente, porta ad una maggiore predisposizione alle malattie cardiache; riuscire a limitarne la produzione continua è quindi benefico.

I ricercatori hanno inoltre rilevato che l’attivazione delle piastrine era minore nei bevitori di tè nero. Tale attivazione può portare alla formazione di coaguli di sangue ed aumentare il rischio di infarto. Il tè controllerebbe questa situazione.

Uno dei ricercatori, il professor Andrew Steptoe, ha dichiarato che il fatto di bere tè è stato tradizionalmente associato ad un momento di relax.

Soprattutto in Gran Bretagna, dove lo studio è stato condotto, molte persone sono persuase che bere del tè li aiuti a rilassarsi ed a meglio affrontare lo stress quotidiano. Questa ricerca ha comunque dimostrato che non si tratta unicamente di una percezione a livello psicologico in quanto il gruppo a cui era stata distribuita la bevanda placebo, priva delle sostanze attive presenti nel tè, 50 minuti dopo la prova con il placebo presentava livelli di cortisolo piu’ elevati rispetto al gruppo a cui era stato somministrato il tè.

Il dottor Steptoe ha evidenziato che, per il momento, non si conosce quale delle numerose sostanze presenti nel tè nero, tra catechine, polifenoli, flavonoidi e amino acidi, sia responsabile della riduzione dei livelli di cortisolo in quanto tutte queste sostanze potrebbero essere in grado di influenzare favorevolmente l’azione dei neurotrasmettitori cerebrali.

In definitiva quindi, troviamo nel tè una possibile azione antinfiammatoria, abbinata a una azione di tipo detensivo, e una azione (data dalla teina, simile alla caffeina) stimolante comunque lo stato di veglia.