La musica del cuore

27 Gennaio 2012
La musica del cuore

Musica: strumento potente. La storia di ciascuno con il ritmo comincia nella pancia della mamma dove il battito cardiaco della madre scandisce il tempo e le emozioni o gli stati: il battito della mamma accelera per esempio, come quello di ciascuno, sotto stimolazione del sistema ortosimpatico, quello adibito alla risposta nei momenti di paura, pericolo o attenzione necessaria. Lo stesso ritmo rallenterà sotto stimolazione prevalente del sistema parasimpatico, dominante nei momenti di assoluta serenità. Tramite il ritmo musicale il futuro bambino impara a interpretare l’esterno e a calibrare le proprie emozioni e reazioni tramite quelle della madre. Un ritmo lento inibirà ad esempio nel feto la secrezione di ACTH (ormone dello stress) e stimolerà la produzione di onde cerebrali alfa (quelle della fase che precede il sonno) e il rilassamento muscolare.

Non solo: il ventre materno per conformazione tende a inibire il passaggio di toni acuti o alti che raggiungono il feto solo in momenti particolari, quando di elevata intensità e vengono percepiti quindi come segnale di allerta. I toni più bassi sono quelli che giungono meglio all’interno della pancia fino all’apparato uditivo del piccolo che quindi li percepirebbe come normalità tranquilla.

Ecco che ritmo e tonalità competono nel creare un segnale preciso sin da prima della nascita. È probabilmente ciò che sembra rendere la terapia musicale associata, più efficace della sola tradizionale nel recupero e nella rieducazione di persone che soffrano di grave o media demenza.

Il ruolo dei testi nella stimolazione emotiva sembra importante, ma solo quando si tratti di parole tristi. Le aree cerebrali stimolate dalla sola musica di canzoni “tristi” sembrano essere le stesse stimolate dalle canzoni “felici” comprese di testo. Le emozioni evidenziate sarebbero inoltre simili. Canzoni tristi con testo risultano efficaci nel produrre emozioni correlate nel soggetto, mentre il testo di canzoni felici risulta inibitorio sul risultato emotivo finale. La sola musica delle canzoni “felici” risulta infatti decisamente più efficace della musica abbinata a testo nel produrre emozioni significativamente positive nel sottoposto allo studio.

La musica ha quindi un ruolo intrinsecamente importante nella gestione e nella risposta emotiva del singolo. Rappresentando essa sola un segnale di induzione di allerta o di stimolo all’avere un sentimento sereno. Il ruolo delle parole rappresenterebbe allora un di più spesso fuorviante (oltre l’eventuale bellezza poetica del testo) rispetto al risultato ottenibile col solo strumentale o vocale. C’è un di più che è rappresentato dall’esperienza sulla quale si sono formate le mappe neuronali e cerebrali di ciascuno prima e dopo la nascita. È il valore aggiunto della musica che stimola un ricordo sia questo il ritmo del cuore materno, il primo ballo con la fidanzatina del liceo, il primo concerto con gli amici o altro.

La musica è uno strumento di facile reperibilità ed utilizzazione, nettamente efficace nel produrre cambiamenti emotivi o influenzare il tono umorale durante la giornata o nella vita del singolo. Questo è quanto deve aver spinto Galina Mindlin, Don Durousseau e Joseph Cardillo a stilare “Le playlist che ti cambiano la vita”. L’iniziativa è lodevole negli intenti ed efficace divulgativamente, restando forse un pochino meglio gestibile dal punto di vista pratico e dell’efficacia personale: il parametro che influenza le loro scelte risulta in prima battuta essere infatti quello del solo ritmo. L’idea resta tuttavia interessante, così che potrebbe avere la sua efficacia il fatto che ciascuno impari a creare le proprie playlist con attenzione rispetto alla propria personale risposta. Tali saranno strumenti efficacemente utilizzabili nella vita di tutti i giorni: per riprendersi e recuperare la grinta a seguito di una percepita sconfitta, per svegliarsi in maniera efficace, per correre col sorriso, per sentirsi più attivi o improvvisamente stare meglio. In questo senso, davvero John Lennon o chi per lui, potrebbe essere meglio di una pastiglia per rilassare i nervi e distendere lo stress.