Non vaccinate le vostre bambine: costi altissimi per effetti insicuri

1 Settembre 2008
Non vaccinate le vostre bambine: costi altissimi per effetti insicuri

Chi ci segue sa perfettamente che riteniamo il vaccino anti HPV, di recente introdotto a forza per le bambine di 12 anni, non solo “antipatico”, ma anche inutile e potenzialmente dannoso.

Questo dubbio però, dalla fine di agosto è stato espresso con chiarezza anche sul New England Journal of Medicine, la rivista medica forse più autorevole al mondo, e il discorso cambia grandemente: non si tratta più del dubbio espresso da un singolo possibile ricercatore, ma di un giudizio sostenuto dalla scienza ufficiale (Kim JJ et al, N Engl J Med 2008 Aug 21;359(8):821-32).

In breve l’attenta analisi pubblicata sulla rivista descrive il beneficio economico della vaccinazione in termini di costo per anno di vita guadagnato, corretto nel modo adeguato per la valutazione (Quality-adjusted life year o QALY). In media si ritiene accettabile un costo di 50.000 dollari (USD) per anno di vita guadagnato, mentre un costo superiore ai 100.000 dollari viene giudicato socialmente elevato.

Nel computo di questo calcolo vengono inclusi i costi di tipo sanitario e sociale derivanti dalla malattia, dalla sua diagnosi e dal suo trattamento, oppure i costi che derivano dal mancato trattamento e quindi dagli effetti economico sanitari che ne derivano.

In breve, facendo riferimento anche ad altri lavori che mantengono sul limite dei 50.000 dollari il costo per anno di vita guadagnato, l’articolo chiarisce in modo drammatico che il costo potrebbe restare su questo livello solo ed esclusivamente se si dimostrassero vere queste condizioni:

  • se l’effetto del vaccino durerà indefinitamente nel tempo (ma già si ipotizza una rivaccinazione dopo 10 anni);
  • se il vaccino, attualmente attivo verso i ceppi 16 e 18, non selezionerà altri ceppi virali patologici (e come è avvenuto per la meningite sembra che si stiano già selezionando nuovi ceppi virali attivi e in breve l’efficacia del vaccino potrebbe diventare quasi nulla);
  • se le ragazze vaccinate manterranno la frequenza di controllo del PAP test solo ogni 3 anni (i controlli dovranno comunque sempre essere fatti);
  • se il vaccino non determinerà effetti collaterali di nessun tipo (e già invece sono descritti in modo molto ampio, tanto che alcuni gruppi, anche in Italia hanno proposto una petizione per una moratoria in attesa di maggiore chiarezza sugli effetti, minimizzati dalle case produttrici e invece sempre più frequenti e gravi.

Purtroppo si tratta di quattro “se” che già oggi si stanno dimostrando non verificati, e quindi il costo per anno di vita guadagnato arriva a salire vertiginosamente: solo supponendo che l’immunità cessi dopo 10 anni, si arriva a un costo di 140.000 USD.

Ipotizzando invece che tutti i “se” si avverino (e sappiamo già che non è vero), la semplice crescita dell’età vaccinale a 18 anni porterebbe i costi a 97.400 dollari per anno; a 26 anni addirittura a 152.700 dollari per anno di vita guadagnato.

Gli stessi estensori dell’articolo parlano di dubbi sulla utilità sociale di un tal tipo di vaccinazione, se confrontata con il solido, efficace, sicuro e molto più economico screening effettuato attraverso il PAP test con approfondimento diagnostico nei casi dubbi.

Sullo stesso numero della rivista infatti, compare in evidenza un editoriale di Charlotte J. Haug che spiega in modo dettagliato tutte le ragioni per una valutazione attenta di questi dati confermando il rischio di un flop economico e sociale relativo all’impiego di questo tipo di vaccinazione. L’articolo richiama ad una cautela nelle scelte e ad una cautela nella utilizzazione individuale e sociale di questa vaccinazione.

Anche la scienza ufficiale sta opponendosi in modo ragionato e serio a questa scelta, mentre in Italia sembra che nessuno se ne accorga.

Il nostro non può essere che un richiamo individuale ad una riflessione informata su quello che sta accadendo e ad un atteggiamento vero di protezione delle nostre bambine dodicenni.