La tassa che fa bene alla salute

6 Marzo 2008
La tassa che fa bene alla salute

Un gruppo di ricercatori ha ufficialmente promosso la Congestion Charge, la tassa introdotta, tra mille polemiche, dal sindaco di Londra Ken Livingstone nel febbraio 2003 per ridurre il traffico e l’inquinamento cittadino provocato dalle auto.

Lo studio è stato appena pubblicato su Occupational and Environmental Medicine e prova che la tassa non solo ha ridotto il traffico (suo primo obiettivo), ma ha anche migliorato la salute dei londinesi, un dato che è stato accolto come un “gradito e bene accolto effetto collaterale”.

In particolare gli scienziati del King’s College e della London School of Hygiene and Tropical Medicine hanno adottato un modello matematico che, dal 2003 a oggi, ha immagazzinato e correlato tutti i dati giornalieri di inquinamento dell’aria e quelli dei decessi nelle zone coinvolte dalla tassa. Il risultato ha rilevato che, rispetto agli anni precedenti, 100.000 residenti hanno guadagnato complessivamente 183 anni di vita. Una cifra di per sé piccola, perché a Londra poche persone possono permettersi di vivere in centro, ma molto significativa, perché dimostra che la riduzione di emissioni inquinanti può salvarci la vita.

Il collegamento tra le auto e i problemi respiratori e di cuore sono ormai talmente noti che a Londra si calcola che ogni anno ci siano almeno 1000 morti premature e 1000 ricoveri ospedalieri causati dall’inquinamento. Il Dipartimento per l’Ambiente del Regno Unito (Defra) ha addirittura stimato che nell’arco di un secolo gli inglesi perderanno complessivamente 39 milioni di anni di vita. Per questo la Congestion Charge di 8 sterline a veicolo non solo è stata confermata, ma addirittura è stata incrementata con una tassa ulteriore sui SUV e sui fuoristrada (25 sterline) che entrano in città.

Tutto questo non può e non deve lasciare indifferenti le autorità italiane. L’Ecopass milanese (l’unico esempio italiano che si avvicini alla tassa londinese), è ancora troppo poco, frutto di compromessi più che di sincera attenzione per la salute dei cittadini. Nell’attesa che i provvedimenti diventino seri e inderogabili, bisogna avere il coraggio di prendere l’auto solo quando è davvero indispensabile e imparare di nuovo a camminare, anziché inquinare.

di Manuela Florio