Diete, pro e contro: la dieta Pritikin

25 Giugno 2012
Diete, pro e contro: la dieta Pritikin

Il regime alimentare cui ci dedichiamo oggi prende il nome da Nathan Pritikin, ingegnere americano che lo ha elaborato spinto dalla necessità: affetto da una patologia cardiaca, ha cercato possibili soluzioni nella nutrizione e, alla metà degli anni Settanta, ha tracciato le linee della sua dieta.

Da un punto di vista nutrizionale la dieta Pritikin è un regime prevalentemente vegetariano, e incoraggia il consumo di considerevoli quantità di carboidrati complessi quali pane, pasta e riso integrali, frutta e verdura. Sono invece esclusi dalla dieta alimenti d’origine animale quali carne, pesce, uova e formaggi grassi. Anche il sale e i condimenti di qualsiasi genere sono vietati.

Quella che ne deriva è una dieta molto ricca in carboidrati, moderatamente povera in proteine (specie quelle animali) ed estremamente povera di grassi.

Anche l’esercizio fisico (45′ di camminata al giorno) contribuisce alla buona riuscita del programma, così come praticato nei “Pritikin Longevity Centers”.

 

Unire attività fisica al consumo di cibi vegetali freschi è senza alcun dubbio un’ottima strada da percorrere per chi abbia problemi di tipo cardiovascolare.

Il rifiuto del consumo non solo di carni, ma anche di qualsiasi proteina di origine animale, come nelle diete vegane strette, comporta gravi problemi nutrizionali.

In particolare l’utilizzo di pasti a base di soli carboidrati può innalzare la glicemia in modo sconveniente, richiedendo l’uso massiccio di insulina per contrastarla.

Inoltre la carenza di proteine animali (oltre alle quantità troppo basse di ferro-eme indispensabile per l’emoglobina) può portare ad una inefficiente attività enzimatica, recettoriale o di anabolismo muscolare, con tutti i problemi annessi e connessi.

Pritikin teorizzò il non-consumo dei grassi, seguito negli USA per decenni con risultati disastrosi quando alla riduzione dei grassi si accompagnava (come ovvio) un aumento della quota di carboidrati giornaliera.

Per fortuna, a oltre 50 anni di distanza, si sta facendo marcia indietro. Meglio tardi che mai.