Paura dei pollini o delle minacce alla vita? Le allergie crescono quando fiutiamo il pericolo

19 Maggio 2001
Paura dei pollini o delle minacce alla vita? Le allergie crescono quando fiutiamo il pericolo

La percezione del pericolo accentua la reattività allergica: una attenta analisi del Nobel Rita Levi Montalcini fatta al congresso di allergologia conclusosi a Berlino la scorsa settimana, ha chiarito una delle possibili cause dell’aumento delle allergie nel mondo occidentalizzato.

La loro crescita potrebbe esprimere il senso di pericolo di vita sentito dagli organismi umani, soffocati da stress, inquinamento, alimentazione sbagliata e, farmaci.

La nostra scienziata la mattina del 13 maggio ha spiegato ad una platea sbigottita che quando l’organismo umano si trova in una condizione di pericolo per la propria vitalità, vengono messe in circolo grandi quantità di neurochine, sostanze di passaggio tra cervello e sistema immunitario che stimolano la reattività delle cellule che si occupano di allergia (i mastociti). L’allergia quindi potrebbe essere un segnale di allarme dell’intero organismo.

Come molti sanno Rita Levi Montalcini venne insignita del premio Nobel per la Medicina e la Fisiologia nel 1986 per le sue scoperte sul NGF (Nerve Growth Factor) o fattore di crescita nervosa. Solo in anni recenti la Montalcini ha potuto evidenziare che quella sostanza viene in realtà prodotta dagli esseri biologici tutte le volte che entrano in una condizione di pericolo vitale.

La neurochina NGF stimola ed attiva anche alcune reazioni ormonali e interferisce sicuramente sull’equilibrio immunitario.

Questo significa fondamentalmente che interpretando questi dati a livello sociale, l’aumento delle allergie potrebbe essere un segnale di forte disagio lanciato dalla specie umana.

La platea di allergologi, già in parte sorda a questo tipo di bisogni espressi dai malati, non ha potuto che seguire sbigottita la relazione, perché in modo probabilmente voluto, tutto ciò che riguardava l’ambiente e la componente psichica della allergie, a questo ultimo congresso di Berlino, e contrariamente alle precedenti edizioni, era assolutamente scomparso dalle relazioni ufficiali.

La Montalcini, con la sua levità concreta ha saputo riportare alla mente di immunologi, pneumologi e allergologi, che l’allergia va affrontata in modo olistico, globale, tenendo in considerazione tutte le componenti di una persona.

È chiaro però che per affrontare l’allergia, nel momento in cui questa non è vista come un difetto dell’organismo ma come una difesa, la semplice soppressione dei sintomi con antistaminici e cortisonici, a lungo termine può diventare pericolosa.

Bisogna spiegarsi le cause profonde e lavorare perché ogni organismo umano ritrovi un proprio equilibrio vitale, senza sentirsi in pericolo.