Il mio medico è persona perbene?

2 Luglio 2008
Il mio medico è persona perbene?

Ci sono due tipi fondamentali di persone: una è convinta che tutti i medici siano un’associazione a delinquere – e alcuni degli ultimi casi di cronaca hanno accentuato questa convinzione – un’altra (magari in cura dagli stessi medici) pensa che il suo medico sia poco meno di un dio.

Siccome nessun medico è un dio, e quasi sempre non è neppure un delinquente, diventa importante avere un minimo di indicazioni per imparare a sceglierlo bene. Gli spunti su cui riflettere sono:

1) Il medico più importante di tutti è il medico di base. Può essere il medico dell’ASL o un costosissimo luminare, l’importante è che sia competente in medicina generale; che segua regolarmente la storia medica del paziente (e della sua famiglia, e del suo ambiente); e soprattutto che goda della fiducia totale del paziente. Se la fiducia non c’è, si cambia e si cambia ancora – quando la fiducia c’è, non lo si molla più.

Chi non ha un medico di riferimento tende a saltellare da uno specialista all’altro – che in genere cura un rene o un cuore, non una persona – non sa di chi fidarsi quando c’è da fare un ricovero o un intervento, e non di rado finisce al Pronto Soccorso per un’unghia incarnata (il Pronto Soccorso serve per tener viva gente ad alto rischio, non per curarla).

2) Primo, un bravo medico è una persona corretta. Non ti fa certificati fasulli, non ti vende prodotti fatti in casa, non ti prescrive niente se prima non ti ha visitato, e ti fa sempre regolare fattura.

Secondo, un bravo medico ti visita. Il che significa che ascolta i tuoi sintomi, guarda i tuoi esami, ma poi ti esamina direttamente. E dal modo in cui lo fa – di fretta, con attenzione, con tocco delicato o sbrigativo o competente – si capisce quasi tutto quello che c’è da sapere.

Terzo, un bravo medico ti ascolta e ti spiega. Anche se ha pochi minuti, ascolterà i tuoi mali e i loro perché; se occorre, ti farà le domande giuste. E se occorre ti spiegherà: no, non servono gli antibiotici, è un raffreddore, passerà comunque. Oppure: si può fare questo oppure quest’altro, decidiamo insieme.

3) Un bravo medico di famiglia è la persona più adatta per uscire dal circolo obbligato sintomo-ricetta-farmaco. Infiniti malanni sono legati a stili di vita sbagliati (cibo, fumo, stress, sedentarietà..) e il medico di base è nelle condizioni migliori per tamponare – se occorre – un sintomo acuto, ma anche per aiutare il suo paziente a mangiare, a muoversi, a vivere meglio.

E quindi un bravo medico è uno che previene, che aiuta, che si aggiorna continuamente. Uno che magari conosce altre forme di medicina (agopuntura, omeopatia..) oppure, se non le conosce direttamente, ascolta senza scandalo il paziente che le usa, valutandone vantaggi e rischi, e integrandole dove possibile nelle sue prescrizioni. Un medico che liquida con sufficienza stili di medicina diversi dal suo non fa mai un buon servizio al suo paziente.

4) Come si trova un bravo medico di riferimento? In linea generale, meglio stare sul territorio; non è bello che un medico di base sia lontano 500 km, quando è domenica sera e il bimbo ha 40 di febbre. Si possono trovare soluzioni (telefono, mail), ma chissà che non ci sia un ottimo medico dietro l’angolo? Inoltre c’è chi sceglie per principio il privato rispetto al pubblico; eppure ci sono luminari di fama che sono anche medici ASL, e archiatri famosi che hanno smesso da tempo di curare con amore.

L’unica è provare. Meglio se dopo aver raccolto un po’ di pettegolezzi in zona (i vecchi medici sono un’ottima fonte). E non accontentarsi. Se un medico di base non è assolutamente adeguato, cambiarlo. E cambiarlo. E cambiarlo ancora. Finché si arriva alla persona giusta.

5) Trovato il medico, questo è solo l’inizio, perché il rapporto medico-paziente va avanti grazie a tutt’e due. Cosa tocca al paziente? Seguire le prescrizioni (quanti sono quelli che dimezzano o raddoppiano le dosi senza dirlo?), dire quando abbiamo barato sulla dieta o sul fumo – tanto il medico sa che siamo umani – riportare le possibili reazioni negative, segnalare quanto può aver interferito, dire cosa funziona e cosa no. Chiedere aiuto extra quando occorre, senza disturbare quando non è il caso. Non chiedere scorrettezze, rispettare il medico e farsi rispettare.

Molti medici un po’ trascurati sono diventati ottimi curanti in questo modo. Non vale la pena di investirci un po’?