Il metodo Feldenkrais

9 Gennaio 2006
Il metodo Feldenkrais

Che cos’hanno in comune un compositore come Leonard Bernstein, un uomo politico come Moshe Dayan e un’antropologa come Margareth Mead? Tutti e tre sono stati allievi di Moshe Feldenkrais.

Non è un caso se il metodo Feldenkrais è stato ed è sempre più praticato da persone dotate di talento e creatività e in particolare da musicisti e sportivi. La sua peculiarità, infatti, è di aprire a chi lo pratica prospettive completamente nuove.

Applicando con costanza su se stessi le modalità di movimento proposte, si scopre la possibilità di pensare e di agire con maggiore flessibilità, fino al punto di rivoluzionare l’immagine di sé o di operare quei cambiamenti (diversi per ognuno) capaci di procurare un vero e proprio benessere psicofisico.

Se le persone che soffrono di disturbi articolari o muscoloscheletrici sono tra gli utenti più soddisfatti del metodo Feldenkrais, i suoi vantaggi sono evidenti anche sul piano estetico: imparare a muoversi correttamente aiuta a ristabilire la circolazione anche nei punti attaccati dalla cellulite, rimodellandoli; inoltre tonifica la muscolatura “dimenticata” (da quella addominale a quella delle braccia) praticamente senza sforzo.

Infatti i movimenti appresi attraverso l’esplorazione vengono integrati progressivamente nella vita di tutti i giorni. Ancora, incoraggia a camminare con scioltezza ed eleganza, con un miglioramento evidente per tutta la figura.

Tutti possono trarre giovamento dal metodo Feldenkrais, ma c’è un motivo per il quale è particolarmente apprezzato nel mondo dello sport e dello spettacolo: oltre a liberare per sempre dai dolori e dalle tensioni che si accumulano nel corpo, la pratica di questo metodo porta a incrementare la precisione, la forza, la resistenza e la coordinazione, che sono senz’altro alla base della qualità di ogni prestazione atletica e artistica.

Se volete fare subito un esperimento per capire come funziona, mettetevi a braccia conserte e prendetevi un momento per osservare la posizione che avete assunto automaticamente.

Apprezzate la familiarità del corpo con questo gesto e prendetene nota: si tratta del vostro incrocio abituale di braccia. Ora invertitelo. Quasi inevitabilmente vi sentirete a disagio, come se foste in una posizione completamente diversa dalla precedente.

Provate a scambiare l’incrocio molte volte di seguito, senza più pensarci, ma lasciando andare le braccia e le spalle tra un intreccio e l’altro. Un po’ alla volta vi accorgerete che le differenze vanno attenuandosi, magari fino al punto di non ricordare più quale fosse l’incrocio iniziale.

Che cosa significa? È bastata la semplice osservazione di un gesto quotidiano per cogliere un’asimmetria nel vostro corpo. Ed è bastato che il corpo registrasse quella sottile differenza perché tutti i muscoli (che dalla spalla alla punta delle dita sono una moltitudine) si riorganizzassero da soli fino quasi ad annullarla.

È questa, in sintesi, l’essenza del metodo Feldenkrais, non una ginnastica ma un processo di apprendimento individuale che ha per oggetto il funzionamento efficiente del corpo umano.

Quando un neonato impara a muoversi, prova e riprova ogni gesto sfruttando tutte le sue capacità, sbagliando e sperimentando, fino ad arrivare a scoprire come quel gesto può essere eseguito nel modo più funzionale e confortevole.

Lo stesso si può fare da adulti, semplicemente cercando di ricostruire con pazienza e con curiosità uno stile personale in ogni situazione.

Nel corso di questo processo, anche l’atteggiamento corporeo, la postura, gli schemi fisici e perfino quelli mentali (grazie allo stretto collegamento operato dalle strutture neurologiche che presiedono al movimento) si liberano dalle influenze esterne che hanno contribuito a formarli, dagli automatismi, dalle tensioni inutili.

C’è sempre la possibilità di scegliere e di fatto (come abbiamo visto per le braccia conserte) il corpo sceglie in continuazione.

È stata questa la grande intuizione di Moshe Feldenkrais (1904-1984), ingegnere e fisico israeliano di origine russa che, dopo aver condotto particolarissimi studi sull’anatomia, sulla psicologia e sulla neurofisiologia, ha messo a punto una serie di esercizi che possono essere definiti veri e propri processi di apprendimento del funzionamento del corpo umano.

«L’oggetto dei nostro lavoro è rendere l’impossibile possibile, il possibile facile, il facile piacevole», diceva Feldenkrais, convinto che il corpo umano fosse strutturato in modo da potersi muovere efficacemente con il minimo sforzo.

Nelle lezioni individuali, l’insegnante guida i movimenti con le proprie mani e l’allievo lascia che sia “l’intelligenza del corpo” a trarre le dovute consequenze.

Nelle lezioni di gruppo, l’allievo sperirnenta attivamente e creativamente le sequenze proposte dall’insegnante fino alla scoperta dell’esecuzione più idonea per la propria struttura fisica e psichica.

In entrambi i casi si tratta di movimenti piacevoli e inusuali, volti a raggiungere la consapevolezza della relazione tra corpo e mente e della sua armonia. «Se sei consapevole di ciò che fai – affermava Feldenkrais – puoi fare quel che vuoi».

Un esercizio utile per cominciare la giornata con la schiena sciolta, per sentirsi distesi e in armonia con se stessi.

Stesi a terra (o sul letto, se avete un materasso sufficientemente stabile), prestate attenzione al contatto del corpo con la base d’appoggio, poi procedete per gradi, concentrandovi su ciò che accade nella colonna vertebrale.

Nella sequenza, ripetete ogni fase fino a sentire il bisogno di prolungarla istintivamente in quella successiva, con un movimento fluido.

Se da seduti provate a guardare verso l’alto, vi accorgerete che tendete immediatamente ad accentuare la curvatura lombare, una zona dove spesso insorgono dolori e causa delle continue sollecitazioni prodotte da movimenti e posizioni scorretti.

Per ridurre il carico di lavoro in questa zona occorre che anche le vertebre della parte superiore della schiena partecipino al movimenti. Vediamo come è possibile riuscire a risvegliare questa zona piuttosto “pigra”. 

Gli irrigidimenti tra collo e scapole sono spesso la risposta del corpo a uno stato di ansia. Concentrarsi sui movimenti che avvengono in questa parte quando si cammina a quattro zampe aiuta a lasciar andare tensioni e contratture, ma anche a rasserenarsi.

A quattro zampe, cercate di ricostruire con lentezza la sensazione del braccio che preme per terra, del gomito che si irrigidisce facendo passare la spinta alla spalla e alla scapola, dove stimola le vertebre a una a una.

Restate passivi mentre la spinta che viene da terra produce un lieve moto in tutta la schiena, fino alla gamba opposta, che ne sfrutta l’azione per partire in avanti.

Continuate lentamente finché riuscirete a camminare fluidamente sulle quattro zampe. Quando il vostro corpo avrà registrato ogni spostamento, muovetevi più svelti, godendovi la scioltezza della schiena.

Alzatevi piano e fissatevi in mente le sensazioni piacevoli che il corpo vi manda, da richiamare camminando.

 

Sul metodo Feldenkrais potete leggere ancora:

H. Triebel-Thome
“Il metodo Feldenkrais”
Red edizioni

R. Alon 
“Guida pratica al metodo Feldenkrais” 
Red edizioni

R. Alon
“Vincere il mal di schiena con il Metodo Feldenkrais”
Red edizioni

D. e K. Zemach-Bersin – M. Reese
“Rilassarsi con il metodo Feldenkrais”;
Red edizioni

M. Feldenkrais
“Conoscersi attraverso il movimento”
Celuc