Via il 10% di grasso e anche il diabete può guarire

23 Gennaio 2023
Via il 10% di grasso e anche il diabete può guarire

Negli ultimi mesi del 2022, al meeting annuale della “European Association for the Study of Diabetes”, tenutosi a Stoccolma, sono stati presentati i risultati di una ricerca di estremo interesse (Taylor R, et al. Abstract #255, Sept. 19-23, 2022) che rappresenta un cambiamento epocale nella gestione del diabete di tipo 2 (quello alimentare). 

Mentre una volta si diceva: “Adesso il diabete ce l’hai e te lo tieni”, i risultati di questa ricerca spiegano che ci sono strumenti efficaci per aiutare e guidare il recupero di un metabolismo corretto e di una giusta utilizzazione degli zuccheri e dei carboidrati. 

Le persone diabetiche, infatti, sono spesso rappresentate come sovrappeso o obese, in cui è già stato dimostrato che una importante perdita di massa grassa può aiutare a recuperare il metabolismo fisiologico. Questa ricerca è andata invece a studiare i diabetici di tipo 2 non obesi e non in sovrappeso con un BMI compreso tra 21 e 27, cioè quasi normali.

I valori di BMI (indice di massa corporea) normali sono tra 19 e 25, quindi il lavoro è stato fatto su persone che per la quasi totalità erano normopeso e financo asciutti.

Guarire il diabete perdendo massa grassa è oggi una possibilità basata su dati scientifici che chiunque può mettere in atto, consapevolmente, sulla base dei propri livelli di glicazione.

Se questi perdono almeno il 10% del proprio peso (e meglio sarebbe dire “di grasso”) si può arrivare al 70% di remissione del diabete, sia per grassi sia per magri…

Non sono tutti, ma il 70% è una percentuale altissima, che apre possibilità di modifica e di guarigione per una malattia che una volta si considerava trattabile ma non guaribile. 

Nella media, le persone che hanno seguito lo studio, hanno perso circa il 10,7% del peso (7,7 Kg) e alla fine dello studio hanno descritto di sentirsi molto meglio e pienamente soddisfatti della loro perdita di peso. 

In particolare il calo del peso è stato mantenuto anche tra i 6 e i 12 mesi dal raggiungimento del peso finale e le circonferenze della vita sono ritornate al livello normale per i soggetti maschili mentre sono calati (senza ritornare alla norma) nei soggetti femminili.

L’elemento che induce maggiore riflessione è il calo di grasso accumulato a livello viscerale (fegato e pancreas). Il livello di steatosi epatica dei soggetti diabetici era 2,5 volte maggiore dei soggetti normali, ma alla fine del lavoro, dopo soli 6 mesi di attenzione dietetica, gli ex diabetici avevano solo un 2% in più di grasso epatico rispetto al 250% in più dell’inizio.

Quanto questo tema dipenda dall’utilizzazione di zuccheri e in particolare di fruttosio è già stato descritto su Eurosalus nell’articolo “Fegato grasso e steatosi epatica: è colpa degli zuccheri e la loro riduzione fa guarire il fegato”.

La riduzione del grasso viscerale (fegato e pancreas) si è accompagnata anche ad aspetti positivi come la riduzione della glicemia a digiuno, dell’emoglobina glicata e della secrezione insulinica. 

Oggi quindi capiamo e sappiamo che ci sono nuove relazioni che guidano la comparsa del diabete e il suo mantenimento. 

La variabilità glicemica è uno dei primi segnali dello squilibrio diabetico e può essere individuata e misurata attraverso l’analisi del metilgliossale e dell’albumina glicata (Test PerMè e Glyco Test) in modo da individuare in anticipo i danni da zuccheri e prendere al più presto le adeguate misure preventive. 

Inoltre va seguito attentamente l’incremento del grasso viscerale e l’aumento della circonferenza addominale che ne è il segno, sono misura ed indicazione dello sviluppo possibile di diabete futuro. Il grasso viscerale, anche se nascosto, soprattutto a livello di fegato e pancreas rappresenta un segnale d’allarme che non può essere trascurato.

È il motivo per cui oggi è importante occuparsi del diabete prima che questo si sviluppi. Sia persone grasse sia persone magre possono essere stimolate a mangiare in modo adeguato se i loro livelli di glicazione sono elevati.

Oggi possiamo misurare e agire. La valutazione dei livelli di glicazione può diventare uno strumento potente di prevenzione e di terapia volto a mantenere il benessere.