Candidosi intestinale: come intervenire?

di Gabriele Piuri - Medico Chirurgo
19 Marzo 2015
Candidosi intestinale: come intervenire?

DOMANDA

Salve, vorrei sapere con quale esame specifico si può sapere se si ha una candidosi intestinale. Esiste un esame apposito? Se sì, come si chiama e come si richiede? Grazie.

RISPOSTA

Gentilissima Lettrice,

per verificare la presenza di una candidosi intestinale è sufficiente effettuare la ricerca dei miceti su un campione di feci, effettuabile in un qualunque laboratorio di analisi.

In moltissimi casi lo sviluppo di miceti è un indice di disbiosi intestinale: se la flora batterica intestinale è alterata non riesce a contrastare la proliferazione dei miceti che sono normalmente presenti in rare colonie nell’intestino.

Oltre alla ricerca dei miceti, per avere una visione di insieme sul corretto funzionamento dell’apparato gastrointestinale è utile affiancare esami come la ricerca dei parassiti intestinali su tre campioni e la coprocoltura, una valutazione della calprotectina fecale e dell’elastasi fecale, la ricerca del sangue occulto fecale su tre campioni e un esame chimico-fisico delle feci per la ricerca di residui alimentare indigeriti.

Tante possono essere le cause dello sviluppo di candida a livello fecale a partire da una cattiva digestione o dalla presenza di un malassorbimento intestinale.

In situazioni di questo tipo risulta fondamentale ricordarsi di masticare con attenzione ogni boccone in modo da favorire la digestione.

Anche la distribuzione dei pasti riveste la sua importanza: a prima colazione si digerisce sicuramente meglio che a cena e proprio per questo è importante che il primo pasto della giornata diventi a tutti gli effetti quello più abbondante.

Allo stesso modo è importante evitare sistematicamente l’utilizzo di zuccheri semplici indirizzando le proprie scelte alimentari verso l’utilizzo di cereali integrali.

Nella maggior parte dei casi la candidosi intestinale è strettamente legata a una reattività alimentare nei confronti dei lieviti e più in generale dei prodotti fermentati.

Proprio per questo, anche senza l’effettuazione di un test, è utile prevedere nella settimana due giorni, ipoteticamente il martedì e il venerdì, in cui astenersi dall’utilizzo di pane, grissini, fette biscottate, yogurt, aceto e più in generale di tutti gli alimenti fermentati.

Sul piano naturale è possibile intervenire efficacemente utilizzando dell’olio essenziale di melaleuca che svolge una buonissima azione antifungina e più in generale antimicrobica.

Ad esempio si utilizzeranno 1-2 gocce 2-3 volte al dì subito dopo i pasti per cicli terapeutici di circa 10 giorni serenamente ripetibili.

Se tramite l’esame delle feci è stata rilevata la presenza di un malassorbimento sarebbe utile intervenire con un mix di enzimi digestivi come Enzitox utilizzando una capsula prima dei 3 pasti per cicli terapeutici di circa 10-15 giorni.

In chiave omeopatica si interverrà utilizzando un tubo dose al mese di Monilia 200 CH per 3-4 mesi consecutivi.

Per potenziare la flora batterica si assumerà 1 capsula di Bioflor, da utilizzare lontano dai pasti per cicli di circa un mese serenamente ripetibili nel corso dell’anno.

Nel nostro studio di Milano seguiamo un percorso terapeutico ben definito per affrontare problemi di candidosi intestinale che prevede l’effettuazione di un test per l’identificazione del proprio personale profilo alimentare da affiancare a una visita medica e a una visita nutrizionale.