Alcol e salute. Dogmi e condanne assolute sono inutili. Una serie di dati anche a favore obbliga a ragionare con equilibrio
L’uso dell’alcol è sempre da valutare con estrema cautela. È ormai documentato con certezza da moltissimi studi che l’eccesso di alcol determina sempre effetti dannosi, ma questi dati sono spesso stati rapportati a qualunque tipo di alcolico, senza alcuna distinzione sul tipo e sulla quantità utilizzata.
Deve fare riflettere con molta attenzione quanto invece è stato segnalato nella review pubblicata nel 2025 effettuata dal Committee on the Review of Evidence on Alcohol and Health, sostenuto dal Dipartimento dell’Agricoltura degli Stati Uniti e dal loro gruppo “Food and Nutrition”.
Si tratta di un Dipartimento che fa parte della Accademia Nazionale delle Scienze (fondata dal presidente Abramo Lincoln) con lo scopo di definire analisi obiettive e per dare a tutti i cittadini comunicazioni imparziali su temi complessi e per guidare poi la stesura di linee guida adeguate e corrette sul piano individuale e sociale.
Ebbene, a fronte dei dati che negli ultimissimi anni semrerebbero proporre, relativamente all’alcol, solo effetti dannosi, la review appena citata rileva dei dati statisticamente significativi, ad esempio, di riduzione della mortalità da tutte le cause per gli adulti che bevano in modo moderato.
Inoltre, evidenzia anche numerosi dubbi concettuali sulla definizione esatta di “bevitore”, “non bevitore” e “bevitore moderato”, rilevando, ad esempio, che spesso le motivazioni che portano ad essere “non bevitore” non sono delle scelte salutistiche ma degli effetti dovuti a malattie precedenti. Invita insomma ad una riflessione cauta sia sugli effetti negativi sia su quelli positivi.
Insomma, la review evidenza la mancanza di certezze assolute e la presenza di dati evidenti che segnalano effetti positivi sulla salute derivanti da quello che normalmente si considera bere moderato.
Non serve prendere posizione da una parte o dall’altra ma capire che una consuetudine multimillenaria ha bisogno certamente di dati scientifici, ma anche di equilibrio nel ragionamento clinico e di contestualizzazione con un valore sistemico.
Per spiegare cosa intendo, mi viene in mente che due calici di ottimo vino rosso bevuto in compagnia, lentamente, insieme a del buon cibo, possono avere sull’organismo efeftti diversi dalla stessa quantità di alcol bevuta come superalcolico, da soli, dopo una arrabbiatura.
I dati analitici puri non tengono conto di queste possibili diversità rischiando una categorizzazione limitata al “solo alcol” e potenzialmente scorretta.
Queste considerazioni, a dispetto di ripetute comunicazioni solo negative sull’alcol, come quelle di qualche collega italiana mediaticamente molto esposta, si affiancano a ricerche pubblicate nella letteratura internazionale di qualità, che contestualizzano l’utilizzazione dell’alcol, in particolare del vino (che non è fatto di solo alcol), definendo e dimostrando numerose sue azioni positive.
In particolare, una ricerca pubblicata nell’agosto 2024 su JAMA Network ed effettuata da medici statunitensi e spagnoli su quasi 150.000 adulti ha certamente confermato i possibili effetti dannosi dell’alcol trovando importanti correlazioni con lo stato di salute e con le loro condizioni socio economiche.
Ma al di là dell’aumento di rischio per malattie cardiovascolari e cancro in quasi tutte le categorie analizzate (sempre senza distinguere il tipo di alcol utilizzato), si è confermata invece una azione protettiva del bere vino, quando rappresenta almeno l’80% dell’alcol utilizzato, e del fatto che questa azione protettiva si evidenzia quando l’alcol è comunque utilizzato durante i pasti e non a stomaco vuoto.
Traduco per una migliore comprensione. L’alcol, considerato in se stesso (come fosse un farmaco o una sostanza tossica), ha effetti negativi documentati. Quando però si parla di vino in giusta quantità durante i pasti questi effetti svaniscono e la ricerca rileva un miglioramento dello stato di salute e una riduzione degli eventi dannosi.
Questa strana abitudine umana ultra millenaria che vede l’alcol parte integrante della vita sociale fin dagli albori della storia, forse va giudicata con qualche apertura mentale in più.
Su Eurosalus abbiamo infatti già pubblicato dati interessanti relativi all’uso moderato del vino e ai suoi effetti positivi sulla salute
- Azione protettiva sull’artite reumatoide
- Azione protettiva sulla memoria
- Azione protettiva sulle malattie cardiovascolari per effetto sul microbiota
Oltre alla segnalata ricerca del JAMA, che supporta il possibile uso del vino e l’eventuale assunzione alcolica solo durante i pasti, è di estremo interesse che sul New England Journal of Medicine (forse la più importante rivista medica al mondo) nel dicembre 2023 sia stata pubblicata una ricerca internazionale effettuata dal team multidisciplinare della Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro (IARC).
La revisione di decine di studi molto precisi, pur confermando una forte correlazione tra l’uso di alcol e le malattie tumorali all’esofago e alla bocca (e anche l’effetto preventivo su queste patologie della riduzione o eliminazione dell’alcol), non ha trovato invece sufficienti conferme dell’eventuale effetto preventivo della eliminazione dell’alcol su tumori un tempo considerati fortemente legati al suo uso:
- Colon
- Mammella
- Laringe
- Faringe
- Fegato
Una interessante considerazione su questi temi è stata pubblicata su Medscape, nel febbraio 2024, in un articolo dal titolo “Eliminando l’alcol il rischio di cancro si abbassa davvero?”.
Quindi, per uscire dalla confusione creata da comunicazioni monotematiche solo sugli effetti negativi, l’elemento importante resta la consapevolezza e la moderazione nell’uso alcolico, prediligendo il vino e bevendo, eventualmente, solo durante i pasti.