Psicofarmaci per i cuccioli: mercato in crescita
Antidepressivi dal sapore di bistecca per i gatti che soffrono le crisi di abbandono del proprio padrone, o farmaci dimagranti per i cani che anzichè contribuire a far muovere il proprio padrone, ne hanno assunto le pessime abitudini, evitando accuratamente qualsiasi forma di movimento.
Non siamo dell’idea che si tratti di una cosa buona. L’umanizzazione dell’animale da compagnia sembra un vantaggio soprattutto per le industrie farmaceutiche che cavalcano la attuale situazione di scarsi profitti e di riduzione della utilizzazione umana di farmaci su ricetta, cercando di aprire nuovi canali di vendita.
Per capire il livello ormai stratosferico di coinvolgimento economico e sociale, basti pensare che la capitalizzazione di borsa dei titoli delle case farmaceutiche è balzata al terzo posto assoluto, negli Stati Uniti, alle spalle solo dei settori dell’energia e dell’elettronica. Addirittura davanti ai settori finanziari e bancari. A contestare l’idea di riempire di antidepressivi i propri cani che abbaiano troppo, c’è il rischio di sentirsi dire che in questo modo si mette in crisi il mercato del lavoro…
Purtroppo la facilità con cui il farmaco assume il ruolo di unico rmedio dei problemi, di qualunque natura siano, rappresenta una tragedia per il settore umano e rappresenterà una tragedia anche per il mondo animale. Abbiamo più volte detto, e amiamo ripeterlo, che i farmaci sono talvolta utilissimi ed indispensabili, ma che la prima risorsa da mettere in atto, sia con gli umani che con gli animali. è il cambio di comportamenti, alimentari e vitali.
E ricordiamoci comunque che anche i medicinali omeopatici, o le tecniche di lavoro fisico sull’animale (come il massaggio per i cavalli, di cui abbiamo parlato in altri articoli) sono delle sicure vie di trattamento e di riequilibrio per i nostri amici pelosi. Senza la paura di effetti collaterali immediati o futuri.