Come si prendono minerali e vitamine

9 Gennaio 2006
Come si prendono minerali e vitamine

I vettori storici
La somministrazione di minerali pone problemi non semplici. Non basta infatti assumere un integratore minerale, perché questo abbia piena efficacia: è importante che il minerale introdotto venga anche correttamente assorbito e utilizzato dall’organismo.

Per superare le barriere fisiologiche e arrivare al sito di utilizzo il minerale deve legarsi a un “carrier”, cioè a una molecola vettore in grado di veicolarlo efficacemente, prima attraverso la parete intestinale, poi all’interno della cellula.

Si parla a questo proposito di biodisponibilità dei diversi preparati che troviamo in farmacia.

Gli integratori “storici”, da tempo presenti sul mercato, utilizzano una serie di vettori di efficacia crescente, ma non privi di controindicazioni.

I solfati (la forma più comune con cui sono preparati gli integratori alimentari), gli ossidi e i citrati sono scarsamente assorbiti già a livello intestinale; i glicerofosfati, che hanno un maggior grado di biodisponibilità, tendono ad aumentare la quota di fosforo organico, il che non è un vantaggio perché a causa dell’inquinamento ambientale il nostro organismo è normalmente già carico di fosforo; gli aspartati, ottimi sotto il profilo biochimico, sono però disponibili solo in forma secca; aminochelati, lieviti, orotati hanno un’ottima assorbibilità, ma possono provocare reazioni allergiche (gli orotati, ad esempio, vengono ricavati dal colostro e quindi possono creare dei problemi per tutti i soggetti potenzialmente allergici o intolleranti al latte); i gluconati sono più sicuri ma hanno un basso titolo minerale (10-14%) relativamente alla quantità somministrata, mentre non è chiaro quanto del minerale fornito all’organismo in questa forma arrivi realmente alla cellula.

Gli oxiprolinati
Un passo avanti nella tecnologia dell’integrazione minerale è stato realizzato negli ultimi anni utilizzando un nuovo vettore (l’oxiprolina) che ha dato origine a una gamma di integratori dalle caratteristiche profondamente nuove, sia sotto il profilo dell’efficacia biologica, sia della praticità di utilizzo: si tratta degli oxiprolinati o pidioni.

Da un punto di vista chimico i pidioni sono i sali della 5-oxiprolina (detta anche acido pidolico, acido pyroglutammico e acido pirrolidon-carbossilico, o PCA) un aminoacido naturale derivato dall’acido glutammico, e quindi inserito nel ciclo di Krebs, che ha la capacità di fissare una molecola attiva di cui diviene il veicolo.

L’integrazione con gli oxiprolinati garantisce quindi una serie di vantaggi di grande rilievo, come l’efficacia e l’innocuità del vettore (l’oxiprolina) che veicola il minerale sui siti di assorbimento, senza rischi di inquinamento biologico e di reazioni allergiche, e la completa assorbibilità del minerale in forma ionica.

Inoltre i minerali oxiprolinati sono: o miscelabili fra loro (il paziente a cui sono stati prescritti diversi tipi di minerale può farsi preparare dal farmacista un unico integratore su misura, in cui i vari minerali sono miscelati nelle esatte proporzioni richieste; l’assunzione diventa così nettamente più pratica, meno costosa e più facile da ricordare) o assorbibili per via intestinale (mentre gli oligoelementi tradizionali richiedono l’assorbimento perlinguale lontano dai pasti, e gli integratori ponderali richiedono dosaggi molto più elevati, i pidioni vengono assorbiti efficacemente anche mescolati al cibo, con l’unica precauzione di evitare il contatto con stoviglie metalliche (per l’assunzione è consigliato quindi l’uso di cucchiaini di plastica).

Gli oxiprolinati non contengono alcol né alcun tipo di conservante o colorante; per questo è meglio conservarli in frigorifero o, quantomeno, evitare di esporli a intense variazioni di temperatura.