Specchio delle Brame, sono io quello? L’intervento per il Disturbo dell’Immagine Corporea

12 Gennaio 2022
Specchio delle Brame, sono io quello? L'intervento per il Disturbo dell'Immagine Corporea

Guardarsi allo specchio e vedere le cose in un modo diverso… un po’ come succede a Harry Potter con lo Specchio delle Brame, ma anziché riflettere ciò che si desidera si rispecchia una dispercezione del proprio corpo.

Ecco come, molto semplicemente, potremmo spiegare quello che viene chiamato Disturbo dell’immagine corporea (BDI). 

Questo non è un problema visivo, non dobbiamo mettere un paio di occhiali per vederci meglio, ma è un sintomo caratteristico dei Disturbi del Comportamento Alimentare (DCA), ed in particolare dell’Anoressia e della Bulimia. Il Disturbo dell’immagine corporea è infatti un’errata percezione delle dimensioni e delle forme del proprio corpo (Artoni et al, 2021). In caso di Anoressia, per esempio, è possibile percepire il proprio corpo in sovrappeso o in normopeso nonostante la situazione di sottopeso.

Di fronte a questa immagine riflessa le emozioni possono essere ansia, senso di disgusto per la propria immagine, rabbia e profonda insoddisfazione nata dal confronto con l’immagine che si vorrebbe invece contemplare.

Persone che hanno una dispercezione della propria immagine corporea possono avere scarsa autostima e pensieri martellanti come “sono troppo grasso”, “sono brutta”… e chi vorrebbe vivere con queste sensazioni e questi pensieri? Ecco che entrano in gioco quindi i comportamenti, in caso di DCA spesso compulsivi, destinati a controllare il peso e le forme del corpo (body checking). Questo può diventare un bel circolo vizioso: mi vedo grasso, non mi accetto e provo disgusto, penso di non essere abbastanza, controllo cibo e attività fisica in modo compulsivo e nel tentativo di sentirmi meglio… ma al prossimo specchio la storia si ripete.

Un recente studio di meta-analisi ha esaminato 43 trial clinici di intervento per BDI su pazienti con e senza DCA. I risultati dimostrano che non vi è sufficiente riscontro di efficacia a lungo termine in questi interventi (Alleva et al., 2015). L’Acceptance and Committment Therapy (ACT), ovvero una forma di psicoterapia cognitivo-comportamentale che usa strategie esperienziali di accettazione e mindfulness, ha recentemente dimostrato che l’accettazione dei pensieri “non desiderati” (come “sono troppo grasso”) e delle emozioni può ridurre i comportamenti di controllo ed evitamento (come il body check o lo sport compulsivo), e, dunque, limitare i sintomi tipici dei DCA. Inoltre, due anni dopo l’intervento ACT i pazienti hanno mostrato una significativa riduzione sia dei sintomi DCA e BDI rispetto ai pazienti che hanno ricevuto un trattamento psicoterapico diverso (Fogelkvist et al., 2020).

Dunque, l’ACT offrendo un approccio focalizzato sull’accettazione di pensieri e sensazioni, fondata sulla mindfulness, è un ottimo approccio per affrontare i disturbi dell’immagine corporea. I risultati di questo recente studio, infatti, sono molto incoraggianti e suggeriscono che i BDI possono essere affrontati mantenendo nel tempo una buona efficacia.

Presso lo studio SMA è possibile affrontare percorsi di psicoterapia ACT anche per problemi di immagine corporea grazie ad una formazione specifica ACT e ad un team di esperti.

Bibliografia

  • Alleva, J. M., Sheeran, P., Webb, T. L., Martijn, C., & Miles, E. (2015). A meta-analytic review of stand-alone interventions to improve body image. PLoS One, 10(9), e0139177
  • Artoni, P., Chierici, M. L., Arnone, F., Cigarini, C., De Bernardis, E., Galeazzi, G. M., … Pingani, L. (2021). Body perception treatment, a possible way to treat body image disturbance in eating disorders: a case–control efficacy study. Eating and Weight Disorders, 26(2), 499–514.  
  • Fogelkvist, M., Gustafsson, S. A., Kjellin, L., & Parling, T. (2020). Acceptance and commitment therapy to reduce eating disorder symptoms and body image problems in patients with residual eating disorder symptoms: A randomized controlled trial. Body image, 32, 155-166.