Per abbassare la pressione, più sale in zucca

11 Gennaio 2013
Per abbassare la pressione, più sale in zucca

La riduzione dell’introito di sale si è rivelato essere di estrema utilità nel trattamento della pressione alta. Le indicazioni nutrizionali di questo tipo, volte all’abbassamento della pressione arteriosa, stanno avendo sempre più spazio, anche nello studio del medico o in ospedale. Le indicazioni date però sono spesso insufficienti e limitate ad una riduzione efficace del valore di interesse.

Le persone interessate spesso mettono impegno e dedizione nello smettere di salare i propri piatti, per poi trovarsi senza risultati importanti in termini di abbassamento della pressione e quindi costretti in ogni caso ad assumere farmaci di relativa funzionalità che predispongono ad altri tipi di problemi.

Il problema reale, come riporta anche l’American Heart Association, è rappresentato dal sale nascosto di cui si fa uso inconsapevolmente. Tra gli alimenti maggiormente incriminati si trovano il pane e tutti i prodotti da forno, come ad esempio torte e biscotti, sempre più salati per stimolare appetibilità e dipendenza nei fruitori. A seguire, nella lista dei “salatissimi” nascosti, ci sono il prosciutto e gli insaccati in genere, i formaggi, le salse, i prodotti confezionati e in scatola, oltre che in sacchetto.

Ancor più che il sale aggiunto alla preparazione casalinga, sono quindi gli alimenti appena elencati quelli che chi soffre di problematiche cardiovascolari (o, ad esempio, di cellulite) dovrebbe maggiormente controllare, riducendone progressivamente la quantità.

Mangiare fuori casa a questo punto può diventare un problema facilmente risolvibile con un minimo di ingegno: sostituire il pane del panino con della pasta o delle gallette non salate e il prosciutto con del salmone o del pollo bollito con abbondanza di spezie e condito con olio a crudo può essere una soluzione sana ed economica, comodissimo da portare ovunque in un contenitore ermetico.

La riduzione del sale agisce sulla pressione attraverso la riduzione dei liquidi corporei trattenuti, il che rende l’approccio illustrato utile a chi semplicemente si senta gonfio, abbia la cellulite e stia ritenendo liquidi senza necessariamente soffrire di pressione alta.

La stessa azione di rilascio di “acqua” si ha nel momento in cui si va a controllare l’infiammazione generalizzata di bassa intensità (dall’inglese low grade inflammation). Controllare la propria infiammazione da cibo può quindi essere un ausilio importante per chi voglia sgonfiarsi e per chi stia controllando la propria pressione, lasciando, a fronte di un’attenzione globale più ampia, un minimo di spazio in più ai prodotti che sono parte della tradizione.

Ogni direttiva dietetica va vissuta in maniera serena perché possa diventare parte della propria quotidianità e del proprio stile di vita. La scelta di una riduzione complessiva del sale o dell’infiammazione da cibo va quindi vissuta con equilibrio e buon senso, lasciando spazio sia alla normale convivialità che al controllo della necessità personale.