A tavola insieme: per insegnare ai figli e fare prevenzione vera

10 Settembre 2007
A tavola insieme: per insegnare ai figli e fare prevenzione vera

Due volte al giorno, a pranzo e a cena, è ormai diventato pressoché impossibile. Il pasto di metà giornata, che un tempo era di gran lunga il più sostanzioso, si è trasformato, per la quasi totalità delle persone che lavorano, in un rapido spuntino.

Almeno una volta, a cena, sarebbe però bene che la famiglia si riunisse tutta intorno alla tavola. E’ una tradizione che si sta perdendo, ma che sarebbe prezioso conservare.

Non soltanto per evidenti ragioni sociali e affettive. Anche perché mangiare, come ogni altra attività umana, è qualcosa che s’impara nell’infanzia e nell’adolescenza. E non s’impara a mangiare correttamente se non c’è nessuno che lo insegna.

A questo risultato, per la verità abbastanza prevedibile, è approdato uno studio condotto negli Stati Uniti da un gruppo di ricercatori dell’Università del Minnesota e pubblicato sul numero di settembre del Journal of the American Dietetic Association (HRH Rockett, J Am Diet Ass 2007 September, 107(9):1498-1501).

Si è trattato di uno studio di lungo periodo, nel corso del quale 1.500 studenti di entrambi i sessi sono stati intervistati due volte: la prima durante l’adolescenza, negli anni della scuola superiore, e la seconda all’età di 20 anni. In questo modo si sono potuti misurare gli effetti a lungo termine della frequenza, accertata in occasione della prima intervista, dei pasti consumati in famiglia.

La correlazione tra l’abitudine a mangiare a tavola con i genitori e gli altri familiari e l’acquisizione di un modello di alimentazione corretto è risultata molto significativa.

Le ragazze e i ragazzi cresciuti, almeno sotto questo punto di vista, nel rispetto della tradizione mostrano da giovani adulti una tendenza molto più pronunciata dei loro coetanei a mangiare frutta e verdura, a seguire una dieta equilibrata, a non consumare cibi e bevande-spazzatura, ad attribuire importanza alla prima colazione e a riconoscere il valore sociale della tavola come occasione di incontro e di comunicazione con gli altri.

Sulla base dei risultati del loro studio, i ricercatori commentano che le istituzioni e gli esperti di alimentazione dovrebbero incoraggiare le famiglie a sedersi intorno alla tavola, genitori e figli, il più spesso possibile.

Del resto dovrebbe essere anche, se non principalmente, un piacere. Un piacere che produce i suoi frutti. E le sue verdure.