Pollo fritto esplosivo: basta poco per cuocere bene, ma poche catene alimentari lo fanno

22 Giugno 2006
Pollo fritto esplosivo: basta poco per cuocere bene, ma poche catene alimentari lo fanno

La Kentucky Fried Chicken, una delle più importanti industrie alimentari americane, con più di 5.400 ristoranti fast-food negli Stati Uniti, e più di 8.200 oltre oceano, è stata denunciata nei giorni scorsi perché continua a fornire ai propri clienti pollo fritto con un alto contenuto di grassi vegetali idrogenati.

Il comitato scientifico che ha promosso la denuncia chiede di vietare l’olio nella preparazione del pollo, o che la ditta sia obbligata ad avvisare i clienti che il cibo in vendita contiene grassi in grado di provocare malattie cardiache esattamente come le merendine industriali.

Questo sarebbe il secondo processo affrontato da una catena di fast-food americana relativa ai grassi vegetali idrogenati.

McDonald’s ad esempio non modifica le modalità di preparazione di patatine fritte negli USA, mentre ha ridotto la quantità di grassi nocivi in Danimarca, Israele e Australia, senza perdere né gusto né clienti. 

In Italia ancora nessuno ha preso provvedimenti restrittivi contro i grassi idrogenati vegetali.

Le industrie che li usano (praticamente tutte, con qualche rara e lodevole eccezione) per preparare fette biscottate, dolci, torte, biscotti, focaccine e merendine per i nostri bambini, vanno avanti “alla grande”, confondendo anzi le persone con messaggi di salute e benessere anche se la presenza di queste sostanze può essere un grave pericolo per la salute.

Ci sono due possibilità:

  • I grassi vegetali fanno male, e allora anche in Italia dovrebbe essere richiesta per legge una riduzione obbligatoria del loro impiego;
  • I grassi idrogenati vegetali sono benefici, e allora potremmo smettere di fare prevenzione cardiologica e antitumorale, e investire tutti nelle industrie che producono statine e chemioterapici per diventare ricchi sulle tragedie della popolazione.

Infatti colpisce che i massimi profitti delle industrie farmaceutiche e chimico-alimentari siano correlate a malattie (cancro, cardiopatie, diabete) in cui è ampiamente dimostrata una forte responsabilità dei grassi vegetali idrogenati. 

Che fare?

Ognuno di noi ha la possibilità innanzitutto di scegliere. Ad esempio quando sulle etichette di prodotti che sono stati cotti, i grassi (comunque essi siano prima della cottura) sono in quantità ragguardevole, dovrebbero essere eliminati dalla nostra alimentazione.

Scegliere una torta fatta in casa per i nostri figli, e sostituire le merendine con fette di pane integrale spalmato di miele o marmellata fa per la salute molto di più che ingurgitare farmaci anticolesterolo.

Ripetiamo che non sono i grassi in assoluto a fare male, ma la loro trasformazione dovuta alla cottura o alla rielaborazione chimica.

I grassi (pensiamo agli oli crudi, e in particolare all’olio di oliva, alla azione preventiva antinfarto degli oli di pesce e a tante altre situazioni) possono essere estremamente benefici per la salute. 

Basta usare quelli giusti, da millenni a disposizione dell’uomo, ed evitare quelli ottenuti attraverso la trasformazione chimica e il lauto profitto di industrie non sempre orientate solo alla salute dell’uomo.