Fibromialgia: è certo che l’infiammazione dovuta alla dieta sia correlata al dolore
Una interessantissima ricerca pubblicata nel marzo 2025 su Pain Medicine ha confermato la relazione molto stretta tra infiammazione alimentare e i dolori fibromialgici.
La ricerca è stata effettuata valutando soggetti fibromialgici e studiando l’indice infiammatorio alimentare di quelle persone trovando una elevata correlazione tra infiammazione da cibo e dolore.
Su Eurosalus abbiamo descritto la relazione tra infiammazione da cibo, artrite, dolori articolari e muscolari in molti articoli (alcuni riportati nell’elenco a fianco) riportando lavori effettuati anche dal nostro gruppo di ricerca fin dal 1996.
Il tutto parte dal fatto che quando c’è una infiammazione (qualunque ne sia la causa) l’organismo risponde “buttando acqua sul fuoco” e determinando così in articolazioni, muscoli e tendini, gonfiore e dolore (oltre che difficoltà di movimento).
Ci piace riportare una lettera scritta ancora nel 2001 da una nostra paziente (“Come sono guarita dalla fibromialgia”) che è riuscita, dopo un percorso tipicamente pieno di mancate diagnosi, incomprensioni e sofferenze, a trovare il giusto equilibrio tra trattamento nutrizionale, integrazione personalizzata e trattamento farmacologico, al punto da sentirsi di scrivere di avere superato il problema.
A distanza di oltre 20 anni le modalità di studio della infiammazione alimentare e della glicazione (i due maggiori contributori ai dolori fibromialgici) sono notevolmente più perfezionate e consentono interventi diretti personalizzati su ogni persona sofferente.
Test come il Glyco Medical Program o il PerMè Medical Program consentono di identificare eventuali eccessi individuali di zuccheri e le ripetizioni alimentari infiammatorie e impostare una dieta personalizzata, con la giusta varietà alimentare (dolci compresi!).
Per questo, nel centro SMA in cui lavoro, quando affrontiamo la fibromialgia, come tutte le malattie con una impronta infiammatoria alimentare o metabolica, impostiamo sempre specifici percorsi terapeutici e dedichiamo una attenzione personalizzata al quadro infiammatorio dovuto agli alimenti e alla misura del BAFF, del Metilgliossale e della Albumina glicata (attraverso i test di GEK Lab) perché la risposta clinica sia soprattutto quella del controllo dell’infiammazione, della riattivazione del metabolismo e della riconquista del benessere personale.
E non si tratta solo di ripetizione o eccessi di alcuni alimenti perché dal 2017 sappiamo che anche un eccesso individuale di zuccheri scatena ben il 62% di tutte le possibili reazioni che noi crediamo allergiche o infiammatorie (dall’orticaria all’artrite, dalla dermatite alla fibromialgia) e dal 2023 sappiamo anche qual è il meccanismo cellulare che determina questo effetto.
Una review pubblicata nel 2022 su Frontiers in Immunology ha spiegato con chiarezza che tutti gli zuccheri (che siano glucosio o fruttosio poco importa), quando sono assorbiti dall’intestino, possono attivare un processo infiammatorio che contribuisce alla formazione di citochine coinvolte in numerose malattie.
Gli autori descrivono gli effetti della assunzione eccessiva di zuccheri sulla artrite reumatoide, sulla sclerosi multipla (e sulle altre malattie neurodegenerative), sulla psioriasi, sulle malattie infiammatorie intestinali come la malattia di Crohn e sulla infiammazione cronica di basso grado.
È importante capire quando e come gli zuccheri (o gli eccessi relativi di carboidrati) siano individualmente al di là del limite di accettabilità. Anche un eccesso relativo di carboidrati (pur sanissimi) all’interno del pasto può infatti essere letto dall’organismo, come una assunzione diretta di zuccheri, che determinano poi effetti di glicazione e di infiammazione evidenti.
È importante ricordare che quando si parla di zuccheri e di glicazione non si fa riferimento solo allo zucchero da cucina ma anche al fruttosio (ebbene sì anche l’eccesso di frutta), all’alcol e ai polioli (dolcificanti artificiali) che condividono la stessa via metabolica.
L’articolo sugli “zuccheri invisibili e nascosti” descrive e spiega in dettaglio a che cosa fa riferimento il termine di “zuccheri”.
Quando si identifica un problema legato agli zuccheri non va mai “eliminato” lo zucchero ma semplicemente studiato il corretto equilibrio nella sua assunzione e questo consente di godersi una Sacher, un cannolo o due cucchiaiate colme di marmellata senza troppi allarmismi o paranoie.
Per fare questo è necessario misurare eventuali danni da zucchero in modo preciso per conoscere le proprie personali caratteristiche metaboliche, infiammatorie e genetiche e capire come il proprio organismo sia in grado di gestire il flusso di zuccheri senza riceverne danno. La misura della glicazione è sicuramente preferibile a qualsiasi supposizione.
Per quanto riguarda invece la relazione tra disturbi articolari e muscolari e infiammazione da alimenti, questa è stata definita scientificamente già dal 2007 con gli studi di Francisca Lago.
Quando c’è dolore, analgesici e antinfiammatori farmacologici tolgono temporaneamente il dolore (e meno male che esistono…) ma non risolvono la causa.
Se questa risiede nello stile di vita o nell’alimentazione, tutto ritorna presto come prima, mentre la interazione e la sinergia migliore, per un risultato terapeutico valido e duraturo, devono bilanciare:
- scelte nutrizionali personalizzate (Test GEK Lab)
- uso di farmaci e di integratori mirati (ad esempio Inositox, Ribilla, Oximix Multi+, Artrowell)
- riequilibrio del sonno
- attività fisica adatta ed efficace (ad es. Tai Chi)
- attivazione del metabolismo e controllo della glicazione (Glucontrol Base)
- reintegro delle carenze vitaminiche e minerali (spesso la Vitamina D3 e lo Zinco)
- riduzione della attivazione autoimmune
A quel punto, quando questi aspetti sono almeno parzialmente sotto controllo, o comunque consapevoli, diventa utile e spesso utilissimo anche un supporto psicoterapeutico e/o psicofarmacologico, per aiutare a riportare in equilibrio l’organismo e a riprendere una condizione di benessere.
La relazione tra immunologia, infiammazione e psiche (una tra le cause dello sviluppo della fibromialgia) è di grande importanza ed Eurosalus ha dedicato molte pagine a questi aspetti, come l’articolo su Rita Levi Montalcini “C’è un rapporto preciso tra un trauma emotivo e lo sviluppo di malattie autoimmuni”.
L’aspetto psichico dei disturbi fibromialgici è sempre da tenere in considerazione, ma l’aspetto infiammatorio legato all’intestino e a quello che si mangia, obbliga ad una preliminare azione di consapevolezza delle possibili cause infiammatorie, metaboliche e immunologiche prima di dedicare alla fibromialgia solo trattamenti orientati all’aspetto psicologico e comportamentale.
Oggi sappiamo che trattare l’infiammazione dovuta agli alimenti è possibile e quindi c’è un’arma nuova a disposizione (su base scientifica) per riconquistare il benessere.