Superbug: il batterio killer degli ospedali nutrito ad antibiotici

17 Luglio 2007
Superbug: il batterio killer degli ospedali nutrito ad antibiotici

Una volta si pensava che comunque di fronte ad una infezione ci fosse sempre un possibile rimedio. Oggi purtroppo si scopre che non solo talvolta il rimedio non c’è, ma che a provocare questa situazione è stato proprio il cattivo uso degli antibiotici stessi nel corso degli anni.

Viviamo in un mondo che “lascia” residui di antibiotici dappertutto: nel latte, nelle carni, negli alimenti più disparati, come ad esempio nelle verdure che recentemente hanno provocato negli Stati Uniti delle epidemie mortali dovute ad uno stupidissimo batterio (l’Escherichia coli) diventato però insensibile a qualunque forma di trattamento classico.

Di recente una relazione dettagliata fatta dalla “Association for Professionals in Infection Control and Epidemiology” ha evidenziato (come riferito dalla MSNBC) che uno dei più importanti “superbugs”, lo Stafilococco aureo Meticillino resistente, infetterebbe circa il 5% delle persone ricoverate negli ospedali statunitensi. La situazione non è diversa in Spagna, in Germania o in Turchia.

Questo Stafilococco provoca soprattutto delle infezioni cutanee, e il semplice contatto, a livello degli ospedali o delle comunità, provoca il possibile contagio. Il problema è che spesso questo stesso batterio provoca infezioni più gravi, setticemia e morte.

In pratica tutto il mondo che usa antibiotici si trova con questo bel “regalo” in eredità, e la soluzione non è così semplice. È infatti necessario cambiare il modo in cui si affronta il problema. Quando però la soluzione vuole essere solo quella di usare farmaci prodotti da case farmaceutiche, il ricorso agli antibiotici sembra rimanere l’unica risorsa per i medici informati dai recenti studi universitari, e l’efficacia sembra essere nulla o quasi.

È una grande soddisfazione però riconoscere che moltissimi estratti naturali, al pari di oli essenziali come la melaleuca, sono in grado di agire efficacemente anche contro questo tipo di germi.

Peccato che alla pari di quanto si sta facendo con le vitamine, l’industria stia cercando di mettere i bastoni tra le ruote non solo a tutte le sostanze naturali che potrebbero fare del bene, ma anche agli oli essenziali che rischiano a breve di venire bloccati da normative restrittive che potrebbero impedire il loro fondamentale e efficacissimo uso per via generale.

La soluzione allo sviluppo dellea resistenza antibiotica è legata al fatto di smettere di usare l’antibiotico ad ogni comparsa di febbre. Eurosalus ha profondamente stigmatizzato ad esempio un intervento del Corriere della Sera che suggeriva questo tipo di trattamento nelle otiti infantili.

Se si riducesse l’uso di questo tipo di sostanze ai soli casi di vera necessità e si aiutasse ogni organismo a stimolare le proprie difese, attraverso una nutrizione adeguata, l’uso di minerali ad elevata azione difensiva e con l’impiego di rimedi omeopatici e di fitoderivati (di cui la melaleuca è un semplice esempio), la possibilità per tutti di avere un beneficio da una terapia antibiotica quando fosse davvero necessaria resterebbe elevata.

Oggi la nostra salvezza e la difesa dai superkiller passa attraveso la natura e la sua conoscenza. Cercare di arrestare questa conoscenza non è utile al mondo di domani.