La corsa in supporto agli psicofarmaci: anche la depressione grave migliora già in pochi giorni

11 Marzo 2016
La corsa in supporto agli psicofarmaci: anche la depressione grave migliora già in pochi giorni

L’attività fisica fa bene all’umore. In medicina, questo stimolo positivo è noto da anni ed è un’esperienza famigliare a chi dopo un allenamento sa di essere più sereno, rilassato e felice.
I meccanismi tramite cui l’attività fisica produce tanto buon umore sono almeno un paio: in primo luogo, importante merito va dato alle celebri endorfine.
Si tratta di neurotrasmettitori, ovvero molecole che tramite l’azione sul sistema nervoso agiscono in maniera sistemica producendo in particolare sensazioni di benessere e serenità.
Alle endorfine è dovuto, ad esempio, il cosiddetto “runner’s high“: la sensazione euforica che segue, appunto, una prestazione atletica di particolare entità.
È possibile poi, che lo stimolo metabolico complessivo, prodotto dall’allenamento, influenzi in maniera positiva il funzionamento cerebrale.

Per comprendere l’incredibile azione stimolante dell’attività fisica, basti pensare, che chi si muove (e si allena) la mattina, tende complessivamente a muoversi di più anche durante tutto il resto della giornata.

Lo stimolo derivato dall’attività fisica è davvero generale e, ad esempio, secondo uno studio pubblicato su British Journal of Sports Medicine (2005, 39: e15) i lavoratori più attivi sul piano sportivo non solo si ammalerebbero meno, ma, in caso di malattia, resterebbero anche a casa meno giorni.

Tutto questo, è validissimo anche sul paziente psichiatrico: dal 2001, sappiamo perfettamente che un’azione antidepressiva dell’attività fisica, anche in caso di depressione grave, è evidente e documentabile già dopo 10 giorni.

I pazienti dello studio, anch’esso pubblicato sul British Journal of Sports Medicine (Br J Sports Med 2001 Apr;35(2):114-117), erano affetti da un episodio di depressione maggiore da più di sei mesi e, nei giorni della sperimentazione, sono stati messi a correre (ciascuno secondo le proprie possibilità) su un tapis-roulant trenta minuti al giorno per dieci giorni.

Alla fine dei dieci giorni di analisi, i punteggi delle scale utilizzate per la valutazione oggettiva e soggettiva della depressione erano nettamente migliorati.

Questo risultato è particolarmente significativo se si pensa che, quando si è fortunati, un antidepressivo farmacologico comincia a fare effetto circa due settimane dall’inizio della terapia. Che la semplice attività fisica possa migliorare lo stato del paziente (o cominciare a farlo), prima, è un’informazione davvero importante.

È peraltro utile ricordare che la depressione non è l’unica patologia psichiatrica su cui lo sport ha dimostrato di funzionare.

Una cosa è certa: questo studio dà ragione agli psichiatri che sanno di poter intervenire su molte patologie psichiatriche facendo interagire terapia farmacologica, psicoterapia e terapia fisica.

E non è solo la corsa, a funzionare: uno studio americano (American Journal of Preventive Medicine, 2005, 28:1-8) ha illustrato una significativa riduzione dei sintomi psichiatrici, dopo tre mesi, perfino nei soggetti che avevano effettuato solo esercizi di flessibilità.

Nei depressi che si sono dedicati ad attività più intense, tuttavia, i disturbi si sono ridotti in maniera maggiore, con un miglioramento medio del 50%. L’efficacia, secondo lo studio, aumenterebbe con l’intensità dell’esercizio.

In definitiva, ogni singola acquisizione sportiva resta importante nel percorso di ciascuno verso il proprio benessere, la propria salute e la propria autonomia.