Enzimi e digestione: nuove vie per prevenire e trattare le malattie autoimmuni

6 Ottobre 2014
Enzimi e digestione: nuove vie per prevenire e trattare le malattie autoimmuni

Qual è la connessione tra enzimi e malattie autoimmuni?

Per chi come noi da anni lavora ogni giorno per aiutare la guarigione o il controllo di queste malattie, l’importanza di una completa digestione degli alimenti e della riduzione degli antigeni residui nell’intestino è basilare e l’uso degli enzimi è una delle armi più frequentemente utilizzate, al pari degli antinfiammatori e dei regolatori immunitari, nel piano terapeutico di ogni persona.

La conferma di questo aspetto clinico non deriva solo dall’esperienza pratica di trattamento ma soprattutto dai numerosi lavori di ricerca che negli ultimi anni hanno caratterizzato una migliore conoscenza di molte malattie autoimmuni.

Molti pensano alle malattie autoimmuni come a malattie in cui si costruiscano anticorpi contro se stessi che facilitino l’autodistruzione.

Non c’è nulla di più falso perché in realtà molti autoanticorpi esistono “normalmente” in persone che non hanno nessun tipo di disturbo e in molte situazioni (come nella tiroidite di Hashimoto), la presenza di autoanticorpi, anche a livelli elevati, non significa per forza che la tiroide smetta di funzionare.

La presenza di autoanticorpi, anzi, può talvolta essere rilevata casualmente dopo anni, in persone la cui la tiroide continua regolarmente a funzionare. 

Ciò che genera “malattia” è la reazione infiammatoria, stimolata quasi sempre da una condizione infiammatoria, in cui l’infiammazione da cibo ha spesso un ruolo determinante.

Il BAFF e il PAF sono spesso correlati con questo innesco, e gli autoanticorpi creano, con alcune proteine assorbite dall’intestino senza essere ancora completamente digerite, dei reticoli complessi che vengono filtrati da alcuni organi e che generano una attivazione a cascata di reazioni infiammatorie di forte impatto sull’intero organismo.

Il malassorbimento intestinale, l’infiammazione da cibo e la “leaky gut syndrome” (situazione in cui la permeabilità intestinale è aumentata), sono tutte situazioni che facilitano la comparsa di malattie autoimmuni. Basti pensare ad esempio alle strette relazioni tra tiroidite e Gluten sensitivity.

Una aumentata permeabilità intestinale è la possibile causa di molte malattie autoimmuni, come pubblicato in Clinical Reviews in Allergy & Immunology da Fasano (Fasano A. Clin Rev Allergy Immunol. 2012 Feb;42(1):71-8. doi: 10.1007/s12016-011-8291-x) e la completa digestione enzimatica della gliadina, ottenuta da proteasi prodotte dall’Aspergillo, è in grado di ridurre o annullare la risposta reattiva delle cellule T sensibli al glutine (Toft-Hansen H et al, Clin Immunol. 2014 Aug;153(2):323-31. doi: 10.1016/j.clim.2014.05.009. Epub 2014 Jun 3).

Quest’ultimo lavoro, pubblicato lo scorso agosto 2014 su Clinical Immunology, spiega perché la completa digestione della gliadina può ridurre la reazione che porta poi, nei soggetti predisposti, allo sviluppo della celiachia.

Una correlazione di questo tipo è nota da molto tempo per l’Artrite Reumatoide, e infatti nel nostro centro accompagniamo le persone che soffrono di malattie autoimmuni verso il recupero del benessere attraverso specifici percorsi terapeutici.

Quindi le reazioni autoimmuni sono spesso stimolate dalla presenza di un reticolo di proteine indigerite in cui gli autoanticorpi fanno da “legante” e la loro presenza attiva l’azione del Complemento (dosabile nel sangue come C3 e C4) che infatti è spesso ridotto in questi casi.

Gli “ingorghi” di proteine non digerite, che costituiscono degli ammassi, avvengono poi nel posto sagliato e generano attivazione a cascata del C3 (complemento) e danni specifici di organo.

Ovviamente viene subito da pensare alla possibile interferenza dei protettori gastrici in questo tipo di processo.

Già dal 2003 è documentata la loro possibile azione di accentuazione allergica e di inibizione digestiva. L’uso degli enzimi digestivi, a supporto di una digestione completa, è di sicuro effetto quando vengon utilizzati protettori gastrici di qualsiasi tipo.

In tutte le forme autoimmuni associamo, nella nostra pratica clinica, antinfiammatori naturali come Ribilla (composto da Olio di Perilla e Olio di Ribes nero) ed enzimi (come Enzitox, Enzitasi, Erbenzym Digest) per facilitare la digestione completa degli alimenti utilizzati e ridurre così la componente dell’infiammazione da cibo. A fianco ovviamente dello studio del Profilo Alimentare Individuale.

A tutti ricordiamo sempre l’importanza della masticazione prolungata, che attiva da subito la miglior digestione possibile, dando man forte all’azione del pancreas e degli altri organi digestivi e riducendo ai minimi termini la presenza antigenica intestinale.

Mangiando un toast, se non si digerisce bene si avranno nell’intestino pezzi di maiale, pezzi di mucca e pezzi di campo di grano, mentre digerendo bene, solo aminoacidi neutrali, fonte della energia di ciascuno.

Il fatto che la grande maggioranza delle malattie autoimmuni, infiammatorie e allergiche che seguiamo, tragga beneficio dalla utilizzazione degli enzimi (in genere 1 capsula prima dei tre pasti per cicli di 15 giorni seguiti da 3-4 giorni di sospensione prima di riutilizzarli), ci fa capire che la cattiva digestione probabilmente non è la sola causa ma sicuramente una concausa importante di questi disturbi, e tra le tante sicuramente una concausa facilmente risolvibile.