Ma quanto Nichel mangiamo?

18 Giugno 2006
Ma quanto Nichel mangiamo?

Intorno al Nichel ruotano scuole di pensiero diverse.

Ormai capita di vedere arrivare al nostro centro persone che documentano esami classici, pagati da tutti, in cui presentano RAST positivi per il latte e per la caseina e Patch Test effettuati regolarmente in ospedale positivi per il Nichel, con indicazioni di tipo vitale e comportamentale inesistenti.

Quasi nessuno cioè fornisce indicazioni terapeutiche nonostante siano stati fatti gli esami corretti e siano risultati positivi.

“Non faccia nulla signora, il nichel tanto è dappertutto…” è una delle frasi che oggi molti medici dicono. E sulle allergie alimentari le indicazioni da “arrampicatore di vetri” sono tra le più disparate.

“Beh sì, gli esami dicono con chiarezza che lei ha una allergia alle proteine del latte, ma non vorrà mica mettersi a dieta, con tutti i problemi che ne derivano…” e così il consiglio cade sulle creme al cortisone o sul contestatissimo Protopic (farmaco a base di ciclosporina di cui Eurosalus ha già abbondantemente parlato).

In realtà ci sono tutti gli strumenti possibili per aiutare le persone a capire che la dermatite è un segnale dell’organismo, e che una intolleranza alimentare, anche al Nichel, non è una dannazione, ma che semplicemente richiede ad ogni persona una specie di periodo di ricondizionamento per guarire, come succede dopo una polmonite o una frattura.

Dall’uso della iposensibilizzazione, all’impiego di minerali con funzione antiallergica (Manganese, Rame, Zinco), all’uso di alcuni rimedi omeopatici (Aleurone PF1) alla effettuazione di una terapia antiossidativa (Cellfood) o fitoterapica (Ribes), tutte possono e dovrebbero accompagnare una giusta terapia dietetica che riporti le persone verso la tolleranza immunologica.

Lo scopo del medico è quello di guidare le persone verso il recupero della tolleranza, ma oggi questo non serve solo ai parrucchieri o a chi tocca il Nichel tutti i giorni. Seve a tutti perchè la reattività verso tutto il gruppo alimentare del Nichel sta crescendo. E non solo per i pomodori o per i kiwi!

La massima reattività è legata ai grassi idrogenati vegetali che troviamo praticamente in ogni prodotto induustriale e se l’organismo si ribella alla assunzione di prodotti che possono fare male anche per altre strade, diamogli retta, e aiutiamolo a guarire.