Sgranchirsi le gambe per star bene, a lungo

21 Settembre 2017
Sgranchirsi le gambe per star bene, a lungo

L’eccessiva sedentarietà rappresenta uno dei problemi emergenti nel mondo occidentale.

La mancanza di attività fisica è infatti tra le prime cause dell’accumulo di grasso e di incremento del rischio di malattia cardiometabolica.

Tra le strategie per combattere i rischi legati all’inattività abbiamo visto, ad esempio, metodi di allenamento intervallare e di forza, e anche quanto muoversi per poter ottimizzare il proprio tempo e massimizzare i benefici.

Un recente studio attualmente in press nel numero di Settembre 2017 su Annals of Internal Medicine, una prestigiosa rivista scientifica americana, ha evidenziato però come un altro parametro è da prendere in considerazione: la durata dei periodi di “inattività” giornalieri.

Lo studio ha evidenziato come periodi di inattività superiori ai 60 minuti consecutivi si associno con un incremento della mortalità, a prescindere dalla quantità di allenamento svolta nel resto della giornata.

Analizzando i dati di quasi 8.000 soggetti con più di 45 anni, monitorati per una media di 4 anni, si è visto che lunghi periodi di inattività ininterrotti, come ad esempio stare seduti per ore senza mai alzarsi, si associavano con un incremento della mortalità complessiva.

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Per ottenere questi dati si è utilizzato un piccolo dispositivo agganciato alla cintura in modo da registrare il tempo da “seduti” e quello in movimento. Grazie a questa registrazione si è visto come periodi di inattività superiori ai 60 minuti continuativi si associavano ad un incremento della mortalità, mentre questo rischio si riduceva via via che questi periodi si facevano più brevi.

Il dato sorprendente, però, è che questo incremento della mortalità associato a lunghi periodi di inattività era indipendente dal fatto che la persona, al di fuori del periodo “alla scrivania”, fosse attiva o meno: anche gli individui attivi e senza particolari fattori di rischio avevano un peggioramento complessivo se non si “sgranchivano le gambe” almeno ogni 30 minuti – 1 ora.

Alzarsi un momento con questa frequenza era sufficiente a ridurre drasticamente il rischio!

Sebbene lo studio abbia delle limitazioni e possa non essere rappresentativo della popolazione generale, apre interessanti prospettive sul fatto che piccole attenzioni portino a grandi risultati, e che è bene prendere in considerazione sia l’aspetto “quantitativo” che “qualitativo” della propria giornata lavorativa e non.

Come fare quindi a non farsi prendere dagli impegni e dimenticarsi di alzarsi?

Il modo sicuramente più semplice è quello di avere uno smartwatch o una fitband che ce lo ricordi con una vibrazione o un suono (e ormai ne esistono di ottimi anche a 20-30€), oppure utilizzare la funzione timer-sveglia del proprio telefono o computer.

In questo modo sarete sicuri di avere un avviso che vi ricordi di alzarvi e sgranchirvi un po’ le gambe… e magari ricordatelo anche ai vostri vicini di scrivania, perché a volte basta poco per iniziare un grande cambiamento.

Bibliografia essenziale