Quando mangiare troppo bene non è bene: esordio della ortoressia nervosa

24 Gennaio 2001
Quando mangiare troppo bene non è bene: esordio della ortoressia nervosa

Ti preoccupi più del contenuto del cibo che del suo gusto? Ti senti assolutamente colpevole se fai degli sgarri al tuo regime dietetico? Guardi male le persone che mangiano in modo scorretto?

Se hai risposto sì ad almeno due di queste domande è possibile che esista una componente del tuo comportamento alimentare di tipo ossessivo. Un medico statunitense, Steven Bartman, ha per primo definito questo tipo di disturbo, coniando il termine di ortoressia nervosa.

Il nome richiama a tutti il concetto di “anoressia nervosa”, ma deriva dal greco “Ortho” che significa corretto, giusto, diritto, virtuoso. Se è vero che una corretta alimentazione giova all’organismo e aiuta qualsiasi persona a stare meglio, dall’altra parte quando i meccanismi di scelta alimentare diventano ossessivi e estremamente rigidi, è possibile che, come nel caso della anoressia, dietro a queste scelte si nascondano dei fenomeni di tipo ossessivo.

Infatti ogni organismo vivente, essere umano compreso, è fatto per adattarsi, e la incapacità completa di accettare condizioni alimentari diverse è un segno di scarsa efficienza del proprio sistema immunitario, oppure di un disagio psichico.

Si tratta di una malattia, anche se si traveste da atteggiamento virtuoso ed è molto importante poterla individuare. La possibilità di guarigione per le persone che ne soffrono è legata semplicemente al riconoscerne l’esistenza, accettando il fatto che esista un problema psichico alla base.

Una volta fatto questo gli strumenti di intervento, farmacologici classici o anche solo naturali, ed eventualmente psicoterapeutici, possono essere utilizzati con successo.

Per il medico la diagnosi di questo disturbo può essere semplificata attraverso la effettuazione di un test di personalità (come lo MMPI2, che può essere effettuato al proprio domicilio semplicemente rispondendo ad alcuni questionari appositamente designati).

Il ritorno alla normalità, la guarigione della ortoressia deve anche passare attraverso la modifica graduale e molto rispettosa delle impostazioni alimentari.

Lo schema di lavoro è lo stesso che si utilizza nel recupero della tolleranza alimentare quando si è creata una intolleranza. Si utilizzano delle diete di rotazione, che gradualmente arrivano a riportare l’organismo a tollerare qualsiasi tipo di cibo. Poiché l’ortoressia nervosa sta crescendo anche nella popolazione italiana, è molto rischioso utilizzare diete di eliminazione, eccetto che nel caso di allergie gravi documentate; sovente eliminando completamente dei cibi si facilita nelle persone fragili, che tendono verso questo disturbo, la comparsa della manifestazione ortoressica.