Quando la dieta ipocalorica è la causa delle abbuffate

5 Luglio 2011
Quando la dieta ipocalorica è la causa delle abbuffate

Nei mesi scorsi numerose ricerche hanno proposto una discussione sull’aumento della aspettativa di vita (vivere più a lungo, in parole povere) dovuta ad una restrizione calorica alimentare.

In realtà, rispetto ad alcuni studi animali, l’effetto sull’uomo è ancora tutto da dimostrare, sia perché si stanno scoprendo motivi differenti per una possibile azione di aumento della longevità, sia perché la contropartita potrebbe essere quella di passare magari 30 anni di vita affamati e nervosi (la fame dovuta ad una dieta ipocalorica non fa che crescere nel tempo) per ottenere dei benefici molto ridotti.

Ad esempio 30 anni di fame intensa a fronte di qualche mese di prolungamento vitale nei quali, come direbbe Woody Allen, potrebbe anche piovere…

Uno dei lavori scientifici più interessanti per spiegare che l’effetto di aumento della sopravvivenza non dipende dalla riduzione calorica ma dal controllo di alcune specifiche sostanze alimentari (lieviti, sostanze fermentate e zucchero) è già stato discusso su Eurosalus nelle scorse settimane.

Un’altra ricerca che spiega perché la riduzione calorica potrebbe essere addirittura controproducente è stata pubblicata sul Journal of Neuroscience da un gruppo di ricercatori americani dell’Università della Pennsylvania. C’è l’evidenza che una dieta ipocalorica protratta determini dei comportamenti da binge eating, cioè da abbuffata compulsiva specificamente causata dal contenuto calorico ristretto (Pankevich DE et al, J Neurosci. 2010 Dec 1;30(48):16399-407).

Insomma, pensare di farsi del bene riducendo la quantità alimentare e poi trasformarsi in bulimici non è necessariamente la cosa più utile. Si rischia di mettere in moto meccanismi che ripercorrono le proposte ipocaloriche di diete come la Dukan.

La strada più equilibrata per l’aumento della propria sopravvivenza rimane quella del controllo dell’infiammazione e della resistenza insulinica, come confermato dalla World Cancer Research Fund (WCRF).

Il metabolismo va stimolato attraverso scelte alimentari propositive, non riduttive. Attraverso l’attività fisica, la valorizzazione della prima colazione e il controllo dei segnali di pericolo.

Nessun lavoro scientifico ha per ora documentato effetti negativi da questo tipo di impostazione, che continua a mantenere le sue caratteristiche di aumento della creatività e delle potenzialità individuali.

Per trovarsi a vivere qualche mese o anno in più con l’energia necessaria a superare anche la pioggia, nel caso appunto, in quei giorni, dovesse piovere…