Prima colazione: quanto poco tempo

24 Aprile 2008
Prima colazione: quanto poco tempo

Che la prima colazione sia un pasto importante è risaputo. Studi condotti su coloro che mangiano o digiunano, la mattina, hanno dimostrato la centralità del primo pasto non solo per “coprire” il fabbisogno energetico quotidiano, ma anche per determinare il consumo energetico della giornata, influenzando quindi il peso della persona.

Una buona dieta, ossia la corretta e proporzionata assunzione di energie in relazione alle proprie attività quotidiane, dovrebbe condurre a prime colazioni ricche e composte, per esempio, in questo modo:

  • latte, cereali, uovo sodo, frutta;
  • tè, fette biscottate con marmellata, ricotta, frutta.

Il nostro primo pasto della giornata deve quindi contenere proteine, carboidrati, fibre, grassi, vitamine.

Per di più, il logorio della vita moderna (come recitava un noto spot pubblicitario) dovrebbe condurre a una migliore assunzione di fattori energizzanti la mattina e quindi a una cura attenta di ciò che con la colazione viene assunto.

Nella pratica, la stragrande maggioranza delle persone, se direttamente intervistata sulle sue abitudini alimentari, confessa che visto il poco tempo a disposizione durante la mattina, e proprio per la frenesia che caratterizza l’inizio della giornata, dedica poco tempo alla prima colazione accontentandosi nella maggior parte dei casi di una tazza di caffè e di una plum-cake o qualche biscotto. Raramente si parla di assunzione di frutta e ancora meno di verdura. Quasi per niente di cibi cotti (ad esempio un uovo sodo).

Il fattore tempo e quello legato alla preparazione del cibo sono due discriminanti fondamentali per decidere che cosa assumere la mattina, e la maggior parte degli intervistati trascura il primo pasto della giornata confessando di “recuperare” poi con il pranzo. Purtroppo sbagliando. E rendendo precario il proprio equilibrio energetico fin dal mattino.

L’assenza di tempo risulta quindi discriminante centrale e trasversale (fra gli strati sociali) affinché una colazione sia sufficiente all’economia dell’organismo o meno. Si potrebbe anche evidenziare una correlazione fra il tipo di primo pasto e la classe sociale d’appartenenza, legando l’assenza di tempo al mestiere o professione svolti. E la condizione lavorativa è anche in stretta correlazione con la necessità che ognuno sente di alimentarsi per affrontare la propria giornata.

Diversa, per esempio, è e dovrebbe essere la colazione di un manager e quella di un muratore, di un impiegato o di un operatore ecologico, di uno studente e di un docente; sia per la disponibilità di tempo al mattino sia per l’impegno da affrontare durante il giorno, ricordando comunque che alcuni clinici hanno evidenziato che la mancata effettuazione di una prima colazione non è mai legata alla mancanza di tempo vera, ma ad una sorta di pigrizia generale, combattuta e contrastata proprio dalla prima colazione che viene saltata.

Ad ognuno il suo primo pasto, quindi, secondo i propri bisogni, il proprio tempo e la proprie aspirazioni.