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Redazione Eurosalus
20 Settembre 2007
Sul “Corriere della Sera” di qualche giorno fa (13 settembre 2007) è stata messa in prima pagina una notizia sul rapporto tra uso di peperoncino rosso e tumore della prostata, che ci ha preso un poco di sorpresa.
Siamo abituati a rispettare le opinioni di chiunque, ma pur sempre di semplici opinioni si tratta. E di una opinione pericolosa, perchè mette in una luce drammaticamente negativa un ortaggio che ha al suo attivo proprio l'effetto opposto. Sembra che il riferimento sia legato al fatto che il peperoncino possa determinare stimoli sessuali importanti, e dalle opinioni dell'esponente della Società Italiana di Urologia intervistato per la stesura dell'articolo, o dalla rielaborazione fatta dall'articolista, sembrerebbe che questo “prurito” possa rappresentare un elemento negativo per lo sviluppo futuro di forme tumorali della prostata.
Il peperoncino invece ha documentatamente delle attività benefiche, e un notevole numero di studi scientifici recenti propongono uno dei suoi componenti, la capsaicina, come uno dei fattori di stimolo e regolazione del sistema immunitario più potenti conosciuti.
Anche la ANMFIT (Associazione Nazionale dei Medici Fitoterapeuti), presieduta dal dottor Fabio Firenzuoli, ha prontamente diramato nel suo bollettino per gli associati, una critica netta della notizia, o per meglio dire, della opinione riportata.
Infatti la profonda differenza tra una opinione, sempre rispettabile, e un fatto, è che in relazione al tipo di “peso” che viene dato alla notizia giornalistica, l'opinione rischia di essere presa per un dato incontrovertibile anche quando non corrisponde, come in questo caso, al vero.
I medici fitoterapeuti hanno espresso un profondo dissenso, perchè ritengono che simili comunicazioni possano solo diffondere terrore anzichè conoscenza. E in più terrore scientificamente ingiustificato, motivato forse solo da quell'atavico terrore che il famoso “prurito” appena citato risveglia in alcune persone.
E infatti nl loro bollettino, invitano il pubblico a mangiarne liberamente, e ci piace riportare il commento testuale. «Niente di più falso», commenta il presidente dell’Anmfit, Fabio Firenzuoli, direttore a Empoli del Centro di Medicina Naturale e del Centro di riferimento per la Fitoterapia della Regione Toscana. «Così come servono prove scientifiche per dire se una sostanza fa bene alla salute o se addirittura serve per curare certe malattie», aggiunge, «servono prove anche per affermare che una sostanza è tossica o pericolosa o cancerogena. Servono prove anche se la sostanza è naturale e, a maggior ragione, se si tratta di un alimento. Altrimenti si rischia di provocare inutili allarmismi, peraltro privi di qualunque fondamento».
Fino a qui le parole di Firenzuoli, ma è utile rassicurare la gente, ricordando qualche fatto (documentato) sul peperoncino stesso.
Alla fine quindi, non possiamo che ringraziare il Corriere della Sera per una indiretta pubblicità al peperoncino, che ci ha consentito di riflettere insieme su una delle piante più interessanti e gustose che abbiamo a disposizione.