Pagar cara l’eparina, anche se è fatta in Cina

5 Ottobre 2008
Pagar cara l'eparina, anche se è fatta in Cina

L’allarme, diramato dal New York Times, è venuto una volta di più dalla Food and Drug Administration americana, dopo i numerosi casi accertati di grave reazione allergica all’eparina e i 130 decessi di cui 81 solo negli Stati Uniti registrati nel mondo dal novembre del 2007 a oggi.

La sostanza incriminata è il contaminante condroitin solfato – un derivato dalla cartilagine animale, con una struttura molto simile a quella dell’eparina – ritrovato in alcuni lotti di  medicinali della Baxter International Inc., a base di eparina di provenienza cinese che viene commercializzata in tutto il mondo. L’eparina è un anticoagulante ampiamente usato soprattutto per prevenire trombosi ed embolie altrimenti mortali, che si somministra nella sua forma salina per via sottocutanea (eparina calcica) o endovenosa (eparina sodica) e che in genere non induce, salvo rarissimi casi, reazioni di ipersensibilità.

Non si è ancora stabilito come il contaminante sia finito nell’eparina: se possa essersi formato in una qualche fase della catena di produzione del farmaco o se sia stato aggiunto intenzionalmente. Mentre le autorità cinesi respingono le accuse di frode o di negligenza (sollevando il dubbio che la contaminazione possa essere avvenuta dopo che il prodotto è arrivato in America), negli Stati Uniti si discute sull’opportunità di permettere alle case farmaceutiche di praticare outsourcing, a detta loro per abbattere i costi di produzione, senza un controllo più rigoroso sui fornitori, mettendo così a rischio la salute dei consumatori.

Più dell’80% dei principi attivi dei medicinali venduti negli Stati Uniti vengono prodotti infatti in altri Paesi, soprattutto Cina e India. Nella fattispecie la FDA ha contestato alla Cina problemi di ordine igienico riguardo alla produzione dei farmaci: nel caso dell’eparina, venendo estratta dalla mucosa intestinale di suino, il sospetto è che l’operazione venga effettuata in aziende a conduzione familiare che non danno garanzie dal punto di vista igienico.

Una ricerca effettuata sul contaminante da parte degli scienziati del Massachusetts Institute of Technology ha messo in evidenza che il condroitin solfato attiva nel corpo un processo infiammatorio che può portare a un crollo pressorio o una reazione allergica dagli esiti fatali, fenomeni che con l’eparina normale in genere non avvengono.

In Italia l’allerta sull’eparina era giunto lo scorso marzo dalla Germania, dove sono stati registrati 80 casi di reazioni avverse al farmaco proveniente da alcuni specifici lotti. L’Agenzia italiana del Farmaco (AIFA)  ha comunicato che le specialità medicinali contenenti eparina commercializzate nel territorio nazionale non provengono dalla partita contaminata e che “nessun caso di decesso correlato all’impiego di eparina non frazionata (sodica – calcica) e frazionata (eparine a basso peso molecolare), è stato segnalato in Europa”.

Nel frattempo le autorità sanitarie mondiali vigilano sull’utilizzo di questo efficace fluidificante salvavita, ma come per altri settori merceologici gli aspetti negativi della globalizzazione proiettano un’ombra inquietante anche su quello farmaceutico.