Nuove prove a sostegno delle diete povere di carboidrati

27 Maggio 2004
Nuove prove a sostegno delle diete povere di carboidrati

Il primo studio, della durata di 6 mesi, ha mostrato  maggiore partecipazione e maggiori perdite di peso, rispetto al secondo, della durata di un anno, che ha determinato il raggiungimento di un profilo lipidico migliore rispetto a una dieta convenzionale.

Questo tipo di dieta può rivelarsi dunque molto potente: i risultati confermano infatti che le diete a basso contenuto di carboidrati producono maggiori perdite di peso e migliori profili lipidici rispetto a quelle a basso contenuto di grassi.

Attualmente è in corso uno studio volto a determinare se le diete a basso contenuto di carboidrati possano anche migliorare il controllo glicemico nei diabetici. Gli autori comunque raccomandano ai pazienti diabetici o ipertesi di non sottoporsi a questo tipo di dieta senza una stretta supervisione medica, dato che la dieta influenza lo stato di idratazione e la glicemia. Peraltro, nemmeno indicata per i pazienti che tentano di perdere peso per la prima volta.
Nell’arco di 6 mesi, comunque, la dieta risulta relativamente sicura. Potenziali rischi a lungo termine includono elevazione delle LDL, perdita di densità ossea e calcolosi renale.

A dispetto della perdita di peso relativamente modesta, la dieta a basso contenuto di carboidrati ha un effetto diretto e più favorevole sulle HDL, colesterolo e controllo glicemico nei pazienti diabetici considerati finora.

E’ necessario incoraggiare i pazienti in sovrappeso a sperimentare varie tecniche di dimagrimento, fra cui questo tipo di dieta, a patto che vi siano a disposizione fonti sane di proteine e grassi e che venga mantenuta un’attività fisica regolare.

I pazienti dovrebbero concentrarsi sulla scelta di modi di mangiare che possano mantenere costantemente piuttosto che cercare diete che li facciano dimagrire il più rapidamente possibile.

Fonte: Ann Intern Med. 2004;140:769-777, 778-785, 836-837