La salute cammina a passo svelto

9 Gennaio 2006
La salute cammina a passo svelto

Molti studi scientifici recenti evidenziano bene il rapporto positivo esistente tra l’esercizio fisico e la cura di molte malattie.

Quasi quaranta lavori pubblicati tra il 1999 e il 2000, per esempio, segnalano il valore protettivo (da discreto a elevato) dell’esercizio fisico nei confronti del cancro.

Molti altri indicano un effetto analogo nei confronti delle infezioni virali e batteriche, di alcune patologie cardiache, e una potente azione di stimolo sul sistema immunitario e in generale sulle condizioni psicoemotive, in particolare in caso di depressione e di insonnia.

Ovviamente, anche se l’esercizio fa bene a tutti, soprattutto se si intende utilizzarlo come approccio terapeutico, è importante scegliere forme di allenamento adeguate e intervenire, in via preventiva, su alcuni fattori che potrebbero interferire negativamente.

In particolare, prima di sostenere l’attivazione delle risposte immunitarie e metaboliche dell’organismo con qualche forma di attività fisica, può essere utile l’uso di minerali, oligoelementi e vitamine che aiutino i vari enzimi a funzionare correttamente.

Gli esercizi “soft” prolungati (o aerobici, in cui l’organismo non consuma glicogeno ma grassi) sono quelli che offrono i vantaggi più consistenti: camminare di buon passo, corsa lenta, nuoto prolungato, bicicletta sono certamente esercizi adatti a tutti e dovrebbero costituire la base dell’attività fisica di ciascuno.

Oltre a impegnare moderatamente quasi tutti i muscoli del corpo, favoriscono l’ampliamento delle funzioni respiratorie e cardiovascolari, determinando un riequilibrio della pressione arteriosa, sia essa elevata o bassa.

In più, attività come la ginnastica a corpo libero, camminare o correre lentamente, impegnano adeguatamente le ossa aiutandole a rimanere sane e dure, presupposto indispensabile per la prevenzione della decalcificazione osteoporotica.

Gli esercizi di tipo anaerobico (più intensi e di minore durata), per intendersi quelli che non impegnano in modo consistente l’apparato respiratorio, come l’allenamento con i pesi o i 100 metri piani, possono essere utili all’organismo purché vengano poi affiancati da attività più tranquille e prolungate.

Un allenamento aerobico soft su base quotidiana (o svolto almeno quattro volte la settimana) modifica radicalmente la predisposizione al diabete e la tolleranza ai carboidrati, come è dimostrato da persone con un diabete di recente insorgenza che hanno potuto abbandonare insulina e farmaci antidiabetici orali grazie all’abbinamento di una dieta personalizzata e di un’attività fisica semplice svolta quotidianamente.

Inoltre è dimostrato come sia l’unico strumento affidabile per accelerare il metabolismo e quindi per invertire la tendenza al suo rallentamento prodotta dall’invecchiamento.

La pratica quotidiana di una delle attività aerobiche citate, riporta gradualmente il nostro metabolismo vicino ai valori dell’età giovanile e favorisce il consumo dei grassi accumulati anziché quello di glicogeno (lo zucchero più prontamente disponibile per la nutrizione delle cellule nelle fasi di attività).

Questo significa che l’organismo non invierà segnali di fame come invece accade quando, facendo corsa veloce o pesi in palestra, si consumano molti zuccheri che il corpo chiede prontamente di reintegrare.