Fitoterapia

8 Dicembre 2005
Fitoterapia

La fitoterapia è una delle più antiche forme di terapia elaborate dall’umanità. Da sempre, infatti, l’uomo ha cercato nel mondo vegetale e nelle piante qualcosa che lo facesse stare bene quando era ammalato, e la natura ha risposto in modo generoso, fornendo effettivamente molti vegetali dotati di naturali virtù terapeutiche.

Attraverso i drenaggi poi alcune piante possono avere, oltre a un’azione generale di cura dell’organismo, una specifica azione di stimolo su alcuni organi o apparati, in particolare sugli organi emuntori, quelli che si occupano di eliminare dall’organismo le scorie tossiche.

In genere tutte le preparazioni fitoterapiche hanno una certa capacità di drenare e disintossicare l’organismo, ma alcune hanno questa capacità in modo più spiccato, tanto da poter parlare effettivamente di terapia specifica di drenaggio.

All’interno della fitoterapia si può far rientrare anche l’uso dei gemmoderivati.

Raccolta e conservazione dei prodotti vegetali

Le piante sono degli organismi viventi, esistono quindi determinate regole per la loro coltivazione, per la loro raccolta e per la loro conservazione.

Non rispettare queste regole fa sì che la pianta che si utilizza possa aver perso quasi totalmente le sue “virtù” terapeutiche. Basti dire che il solo fatto di raccogliere una pianta a una certa ora piuttosto che a un’altra, oppure il fatto di tagliare uno stelo con un oggetto metallico piuttosto che legnoso, modifica la quantità di sostanza attiva presente nella pianta e quindi il suo conseguente effetto.

Per la conservazione casalinga delle piante o delle erbe, valgono in genere le seguenti regole:

  • non accumulare grossi quantitativi di sostanza, onde evitare di tenere ferme per anni delle piante che a quel punto avranno perso il loro potere;
  • conservare radici, foglie, fiori, steli, corteccia o altro comunque al riparo dall’umidità, che arreca il peggior danno alla conservazione, ed evitare l’esposizione diretta e continua ai raggi del sole. Come contenitori sono ideali vasi in vetro scurito o in porcellana, purché siano tenuti in un luogo fresco, secco e aerato. Scatole di cartone o sacchetti di carta hanno il pregio di far respirare il contenuto, ma riducono il possibile tempo di conservazione. Per la cottura dei vegetali è sicuramente preferibile utilizzare recipienti smaltati piuttosto che recipienti metallici. Le tinture madri o i gemmoderivati macerati glicerinati hanno una durata teoricamente illimitata se sono conservati ben chiusi nei loro flaconi; se si è invece aperto il flacone, si consiglia di non utilizzare più il prodotto dopo che siano trascorsi cinque anni.

Come si preparano e si utilizzano le erbe

Per l’assunzione delle tinture madri o dei gemmoderivati, si procede mettendo il quantitativo di gocce prescritto in poca quantità di acqua e bevendo il tutto nei momenti indicati; se l’indicazione è generica, cioè del tipo due o tre volte al giorno 25 gocce, si prenderanno 25 gocce del preparato preferibilmente prima dei pasti, distanziando le assunzioni nel corso della giornata in modo che siano intervallate da tempi all’incirca simili (ad esempio le 8, le 13 e le 19).

Per l’uso invece delle altre preparazioni vegetali è necessario chiarire che cosa si intende coi termini di infuso e decotto. L’infuso (o infusione) va preparato mettendo il quantitativo di sostanza indicata dentro un recipiente e versandovi direttamente sopra il necessario quantitativo di acqua che sia stata appena portata a bollitura a parte; a quel punto si attende per i minuti indicati e si filtra il tutto prima di bere, possibilmente senza zuccherare: è possibile, se necessario, usare del miele per dolcificare.

Per preparare invece un decotto si predispone per la bollitura un recipiente che contenga la quantità d’acqua desiderata e mettendovi insieme dentro la quantità indicata di sostanza vegetale; si accende quindi il fuoco sotto il recipiente e si porta a bollore il tutto; una volta raggiunto il bollore, si iniziano a contare i minuti di decozione, trascorsi i quali si spegne il fuoco e si lascia ancora a riposare per due o tre minuti il recipiente coperto e quindi si filtra il tutto.

Per alcune preparazioni può essere utile produrre un maggior quantitativo di decotto che può poi essere conservato in bottiglia al fresco per berlo nel giro di un paio di giorni.

Quando ci si riferisce alla quantità di sostanza si usa il termine presa (o pizzico) per indicare il quantitativo che si riesce a sollevare dal contenitore con il pollice, l’indice e il medio uniti; in genere corrisponde a circa 3 grammi di sostanza.

Per preparare un cataplasma si procede invece stemperando nell’acqua fredda la farina da utilizzare (di lino, per esempio) e la si fa successivamente bollire fino a che raggiunga la consistenza di una pappa. 
Per poi applicarla sulla parte del corpo interessata, la si spalma su un telino, una pezza o una garza.