Controllare il cancro senza pensarci

8 Maggio 2008
Controllare il cancro senza pensarci

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Nella considerazione generale, una volta che il cancro si sviluppa sarebbe meglio scoprirlo al più presto per prendere decisioni terapeutiche nel giro di poco tempo. Ma non sempre è così. I risultati di una ricerca statunitense pubblicata sul Journal of Urology nel marzo 2008 (Yin M et al, 2008 Mar;179(3):892-5; discussion 895. Epub 2008 Jan 22) ha analizzato il ritrovamento assolutamente casuale di tumori della prostata in persone decedute per tutt’altri motivi e senza alcuna storia prostatica alle spalle, in una percentuale enormemente più elevata della effettiva incidenza clinica di cancro prostatico, a testimoniare che evidentemente nella realtà molte persone, senza neanche saperlo, sono in grado di guarirsi il cancro senza alcuna forma di terapia. 

Si trattava di persone decedute in età spesso giovanile per incidenti d’auto, per traumi diversi, per eventi accidentali o per cause comunque non correlate a problemi prostatici e i cui parenti avevano deciso di concedere la donazione di organi. In questa popolazione lo studio della prostata era partito per altri motivi, ma il ritrovamento di una elevata presenza di cancro maligno della prostata (adenocarcinoma della prostata nel 12% dei donatori e neoplasia intraepiteliale ad alto grado di malignità nel 10,6% dei donatori) ha posto alcuni problemi importanti.

La frequenza di tumore maligno prostatico in una percentuale di circa il 15% dei soggetti (giovani) senza che questa forma tumorale abbia poi un riscontro nella pratica clinica porta a pensare che esista in ogni uomo (e presumibilmente in ogni donna) la capacità di controllare e distruggere le proprie cellule tumorali in modo efficace e completo senza alcun intervento esterno.

Probabilmente la messa in atto delle varie potenzialità di controllo, dall’esercizio fisico alla corretta terapia dietetica o l’uso di alcuni potenti antiossidanti naturali, affiancata al riequilibrio della relazione mente/corpo porta a ricondurre la “malignità” del tumore sotto controllo e a determinare la guarigione.

In modo del tutto inconsapevole ma evidentemente efficace perchè la incidenza di cancro prostatico è solo di circa lo 0,9 per mille, ben distante da questi dati che rilevano almeno il 10% di persone malate. Siamo cioè a un rapporto almeno di 1/100. Starebbe a significare che 100 persone sviluppano il cancro, e senza fare nessuna terapia particolare 99 se lo autoguariscono. Molto più efficace di qualsiasi terapia classica. Forse varebbe la pena di considerare anche opzioni diverse nel trattamento terapeutico delle forme trovate, o di cambiare il paradigma razionale con cui queste vengono affrontate.

Il lavoro negli anni futuri sulle possibilità reali dell’autoguarigione, e dei modi per favorirla, darà sicuramente più soddisfazioni di quelle fornite dalle attuali tecniche terapeutiche

Dott. Attilio Speciani
Allergologo e Immunologo clinico

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