La stretta che fa bene al cuore. Soprattutto a quello di lei

22 Febbraio 2007
La stretta che fa bene al cuore. Soprattutto a quello di lei

L’amore stressa o rilassa? Fa alzare la pressione o la fa abbassare?

Dipende naturalmente da caso a caso, da situazione a situazione, da persona a persona. E forse anche da sesso a sesso. A quanto pare, infatti, le donne sarebbero più portate degli uomini a vivere l’amore, e in special modo quella manifestazione fisica e insieme simbolica dell’amore che è l’atto di abbracciarsi, con effetti benefici sul cuore e sulla pressione sanguigna.

E’ quanto emerge dallo studio condotto da un gruppo di ricercatori dell’Università della Carolina del Nord, pubblicato qualche tempo fa sulla rivista dell’American Psychosomatic Society (KM Grewen et al, Psychosomatic Medicine 2005, 67:532-538).

La ricerca ha avuto per oggetto 38 coppie eterosessuali, ciascuna delle quali è stata invitata a trascorrere un certo periodo di tempo insieme, conversando, ricordando il loro passato comune, assistendo alla proiezione di un film e, infine, abbracciandosi per circa venti secondi. Una serie di test clinici sono stati effettuati sui 38 uomini e sulle 38 donne prima e dopo l’incontro.

E’ risultato che l’abbraccio è un gesto benefico per tutti, maschi e femmine: aumenta il livello di oxitocina (un ormone del quale sono ben noti gli effetti antistress e che viene prodotto in abbondanza, ad esempio, durante il parto e l’allattamento al seno) e provoca una diminuzione della pressione arteriosa, fatto che di per sé riduce il rischio di infarto. Tuttavia questi effetti si sono rivelati significativamente più accentuati nelle donne, dove si accompagnano a una riduzione del livello di cortisolo, un ormone associato alla sofferenza da stress.

Da una parte questo articolo (pubblicato non certo a caso dalla più importante rivista di medicina psicosomatica americana) evidenzia una volta di più gli stretti legami che intercorrono tra mente e corpo e tra emozioni positive e buona salute.

Dall’altra sembra anche suggerire che certi luoghi comuni (come quello che vuole le donne più portate degli uomini a vivere un rapporto di coppia stabile e fiducioso) non dipendano soltanto da pregiudizi culturali ma abbiano addirittura un fondamento chimico-biologico.

Forse non è questione di egoismo, ma di oxitocina.