Allergia al nichel e fumo di sigaretta: che pasticcio

6 Marzo 2012
Allergia al nichel e fumo di sigaretta: che pasticcio

Quante persone raccontano storie di labbra spaccate da mesi, di occhi che sembrano quelli di un panda e di pelle arrossata e desquamante nei posti più delicati. Sono in crescita costante: gli allergici al nichel.

Di solito il paziente allergico al nichel cade dalle nuvole. Nessuno sembra averglielo mai detto.

Talvolta dopo anni di frequentazione di dermatologi e di centri specializzati, capita purtroppo di scoprire che nessuno ha spiegato a chi soffre di dermatite o di eczema da nichel che il fumo è una delle cause principali del contatto con quella sostanza metallica.

E non è certo solo un problema di contatto. Se la vicinanza tra il nichel del fumo, bocca e occhi è assolutamente evidente, si deve considerare che il fumo di tabacco porta il nichel anche nella profondità dei polmoni (dove il suo accumulo diventa concausa di malattia degenerativa) e soprattutto lo fa immediatamente entrare nel sangue, per cui la concentrazione del nichel nell’organismo cresce in modo molto evidente.

Anche questo nichel inalato con il fumo contribuisce all’aumento della infiammazione da cibo.

Per fortuna l’organismo è in grado di adattarsi e di sviluppare tolleranza nei confronti di qualsiasi cosa, e proprio nei confronti del nichel l’uso di vaccini iposensibilizzanti a bassa dose consente di ottenere degli effetti importanti per il controllo della sintomatologia allergica e per la guarigione, come ormai è stato dimostrato in numerosi lavori scientifici.

Ridurre l’apporto alimentare di nichel attraverso una corretta dieta di rotazione alimentare, aiutando l’organismo a ricreare tolleranza verso il nichel è uno dei punti cardinali della terapia di queste forme. Di certo però la quotidiana inalazione di dosi costanti di nichel e il contatto diretto tra la pelle e il fumo non aiutano certo l’organismo a trovare un equilibrio o una strada per la guarigione.

Cercando di cogliere il meglio di ogni cosa, si può dire che conoscere questo problema potrebbe aiutare la gente a trovare motivazioni per smettere di fumare, ottenendo in questo modo anche un numero notevole di altri vantaggi.

Il fatto che il fumo di sigaro e di sigaretta contengano nichel in misura abbondante deriva dalla facile produzione di nichel-carbonile che si sviluppa spontaneamente dalla combustione delle foglie a soli 43 °C e che quindi viene successivamente inalato o passato nel sangue anche attraverso il semplice contatto con la mucosa orale nelle persone che non respirano direttamente il fumo.

Questi dati erano stati già segnalati fin dal 1977, ma una serie di lavori più recenti ha potuto meglio precisare le quantità e i livelli di nichel introdotti con il fumo.

Sul Journal of Environmental Monitoring già nel 2003 alcuni ricercatori norvegesi hanno pubblicato i primi preoccupanti risultati sul rapporto tra fumo e assunzione di nichel (Torjussen W et al, J Environ Monit. 2003 Apr;5(2):198-201) come riconfermato nel 2008 da ricercatori italiani, ma il livello esatto di assunzione di nichel è stato definito con precisione, consentendo di capire che il contenuto di nichel è indipendente dal tipo di tabacco (light o meno che sia) determinando quindi una differenza significativa tra chi fuma e chi non fuma per l’introduzione del metallo.

La possibilità di ridurre la reazione complessiva di infiammazione, presente quando il nichel, anche inalato in questo modo, determina una reazione importante, è quella di  quali siano gli alimenti, oltre a quelli nichel correlati, che determinano la reazione locale o generale.

Si dovrà quindi stimolare la motivazione a smettere di fumare in modo positivo, per aiutare chiunque a cercare la guarigione della propria pelle e delle proprie abitudini.