Dimagrire col pensiero: basi scientifiche della dieta immaginaria

16 Dicembre 2010
Dimagrire col pensiero: basi scientifiche della dieta immaginaria

Il gruppo di ricercatori statunitensi della Carnegie Mellon University di Pittsburgh ha confrontato alcuni differenti modalità di pensiero alimentare messe in atto prima di mangiare un determinato cibo (Morewedge CK et al, Science. 2010 Dec 10;330(6010):1530-3), valutandone gli effetti sulla motivazione a mangiarlo dopo l’esercizio mentale.

Il lavoro prevedeva di immaginare ad esempio di mettere in bocca e mangiare 10 pezzetti di formaggio, immaginando di prenderli da una ciotola; dopo questo tipo di rappresentazione immaginaria la voglia di mangiare quel formaggio era nettamente calata e soggetti, anche affamati, mangiavano in realtà molto meno formaggio dei soggetti di controllo che non avevano immaginato di mangiare quel tipo di alimento o che avevano pensato ad un cibo diverso.

Chi ad esempio aveva pensato di mangiare alcuni dolci aveva un desiderio ridotto nei confronti dei dolci, ma mangiava volentieri del formaggi. Chi invece aveva fatto l’esercizio mentale con il formaggio mangiava molto volentieri dei dolci.

Per ottenere il blocco della motivazione a mangiare sono sempre serviti almeno 10 pezzi di cibo da immaginare di portare alla bocca. Tre soli pezzettini di cibo immaginari non erano sufficienti a bloccare il sistema di motivazioni.

Si apre quindi una possibilità di interferenza con le motivazioni che fa leva sulle percezioni dell’organismo, immaginarie o reali che siano. Questo spiega sempre di più i meccanismi legati al concetto di segnale che determinano in una dieta il senso di fame e il senso di sazietà.

Senza dimenticare che nella realtà pratica il solo fatto di annusare a fondo un cibo prima di mangiarlo ne riduce poi il desiderio quantitativo. Non interferisce sul piacere del cibo, l’unica situazione modificata è proprio la quantità di assunzione del cibo immaginato.

Questo spiega perché le diete che consentono di mangiare quantità libere di un singolo alimento sono in realtà delle diete ipocaloriche mascherate (dopo 3 pezzi di petto di tacchino chi andrà avanti per ore a mangiare altri pezzi di tacchino?).

Di certo l’importanza della azione mentale e di alcuni esercizi di orientamento psicologico può diventare la chiave di volta per guidare fino al termine la rieducazione alimentare di ciascuno.