Le allergie non IgE-mediate: la nuova frontiera dell’immunologia alimentare

Quando si parla di allergie alimentari, il pensiero corre subito ai classici test cutanei e alla ricerca delle immunoglobuline E (IgE).
Tuttavia, esiste un’intera classe di reazioni allergiche che non coinvolge le IgE, ma che può causare sintomi gravi e persistenti, soprattutto a livello intestinale. Un esempio emblematico è la FPIES (Food Protein-Induced Enterocolitis Syndrome), ma il fenomeno è molto più ampio e riguarda anche condizioni infiammatorie croniche spesso misconosciute.
Cos’è la FPIES?
La FPIES è una rara sindrome da enterocolite indotta da proteine alimentari, classificata tra le allergie non IgE-mediate. Colpisce prevalentemente neonati e bambini piccoli, causando gravi disturbi gastrointestinali come: vomito intenso e ripetuto, diarrea, letargia, ipotensione e, nei casi gravi, disidratazione.
Secondo uno studio pubblicato su Healio, il latte vaccino risulta essere l’alimento più frequentemente coinvolto nei casi di FPIES, seguito da soia, riso, avena e pollo. A differenza delle allergie IgE-mediate, la FPIES non si manifesta con sintomi cutanei o respiratori, né con test positivi alle IgE. La diagnosi è quindi clinica e si basa sull’osservazione del rapporto causa-effetto tra cibo e sintomi.
L’altra faccia delle allergie: infiammazione e glicazione
Già dal 2006 alcuni studi di Finkelman e successivamente nel 2021, gli studi della dottoressa Antonella Cianferoni, immunologa e pediatra del Children’s Hospital di Philadelphia, hanno dimostrato come alcuni alimenti, pur in assenza di IgE specifiche, possano innescare reazioni infiammatorie simili a quelle allergiche attraverso meccanismi mediati da citochine e immunoglobuline G (IgG).
Questa visione amplia profondamente il concetto di allergia, introducendo una nuova lettura delle reazioni avverse agli alimenti: non tutte sono allergie classiche, ma molte possono essere attribuite a infiammazione cronica, stress immunitario e processi biochimici come la glicazione.
L’infiammazione provocata da alimenti o da eccesso di zuccheri e sostanze affini è una realtà scientificamente documentata che possono generare diversi sintomi e disturbi e sostenere anche problematiche di tipo psicologiche, emozionali.
Attraverso il Permè Medical Program di GEK Lab, è possibile identificare condizioni di infiammazione o glicazione che possono amplificare o mimare sintomatologie allergiche vere e proprie. Una alimentazione individuale e personalizzata rappresenta la strategia principe per favorire un nuovo riequilibrio del sistema immunitario per tornare a fare amicizia con il cibo.
Il futuro dell’immunologia della nutrizione passa dalla comprensione sistemica dell’infiammazione e delle sue molteplici cause. Reazioni come la FPIES o l’esofagite eosinofila non possono più essere considerate semplici eccezioni: rappresentano invece l’espressione di un sistema immunitario che reagisce in modo complesso a segnali ambientali, alimentari ed emotivi.
Per pazienti che manifestano disturbi persistenti e non spiegabili con i test tradizionali, un’indagine più profonda e personalizzata non è solo utile, ma necessaria. Il paradigma del contatto con gli alimenti sta cambiando, e con esso la possibilità concreta di migliorare la qualità della vita di molti.