Ginkgo biloba, un aiuto per le arterie e le funzioni cerebrali

28 Settembre 2001
Ginkgo biloba, un aiuto per le arterie e le funzioni cerebrali

Il Ginkgo Biloba è una pianta ad alto fusto, di cui si usano le foglie a scopo terapeutico. Negli ultimi anni questa pianta è stata oggetto di numerose ricerche per verificarne, in studi controllati, la reale efficacia.

I principali effetti dell’estratto secco riguardano un netto miglioramento delle funzioni circolatorie vascolari, in particolare quelle arteriose. Questi effetti sono stati studiati nell’ambito cerebrale: nell’anziano (nella demenza senile e nel rallentamento delle funzioni cognitive) ma anche in persone sane e giovani, dove ha dimostrato di incrementare la memoria a breve termine, la concentrazione e le facoltà cognitive.

Gli effetti positivi sul circolo arterioso sono anche stati studiati in persone con problemi circolatori arteriosi degli arti (ad esempio il morbo di Burger). Gli studi sulla farmacodinamica e sul metabolismo cellulare hanno consentito di precisare con certezza la buona attività antiossidante del Ginkgo (attività anti-radicali liberi).

In modo schematico possiamo ritenere che le principali aree cliniche in cui il gingko può essere utilizzato con successo sono le seguenti: 

Il miglioramento è dovuto sia alla attività di maggiore ossigenazione delle cellule, sia ad una attività di tipo antiossidante. È stato notato anche un potenziamento dell’attività cerebrale (in particolare delle onde alfa) e un miglioramento delle funzioni generali legato all’azione di stabilizzazione sull’umore che il ginkgo sembra avere. Infatti la sua azione è diversa sia dai sedativi sia dagli stimolanti: in altre parole non è un ansiolitico (come il tiglio) né un antidepressivo stimolante (come l’iperico). Il suo utilizzo è anche stato verificato con successo nelle situazioni di post-ischemia cerebrale, probabilmente per l’azione sulla componente vascolare (i dosaggi sono variabili e vanno da 120 a 400-600 mg al giorno). 

Utile quindi in tutti i casi in cui si desideri aumentare anche temporaneamente le proprie capacità di memorizzazione e di concentrazione. L’indicazione maggiore è nei siggetti giovani, con dosaggi superiori a quelli di mantenimento utilizzati in tutte le altre situazioni (600 mg al giorno). 

L’indicazione in questo caso è riservata a quei casi o situazioni in cui le vertigini non trovano una spiegazione. Non è quindi indicato ad esempio nelle vertigini che hanno origine da problemi muscolari, neurologici, da cervicale o da problemi specifici legati ad una infiammazione dell’orecchio (dosaggio da 400 a 600 mg al giorno).

I risultati delle ricerche e degli studi hanno mostrato che la terapia con estratto secco di ginkgo ha consentito di ottenere significativi miglioramenti sia del dolore sia della deambulazione già dopo sei settimane di trattamento. È molto probabile che il trattamento vada proseguito a tempo indeterminato, eventualmente con brevi interruzioni. In ogni caso la tolleranza del preparato è sempre stata ottima e non sono segnalati particolari effetti collaterali anche dopo mesi di trattamento. 

I dosaggi variano a seconda del problema da affrontare e dagli scopi della terapia. Come antiossidante a scopo preventivo, eventualmente in associazione ad altri principi anti-radicali liberi, il dosaggio varia da 100 a 180 mg. Per terapie più specifiche, ad esempio nelle arteriopatie o nella demenza senile i dosaggi raggiungono i 600 mg al giorno. Non vi sono effetti collaterali significativi e il gingko è di solito ben tollerato.

Poiché ha un effetto fluidificante sul sangue, il trattamento va interrotto prima di eventuali interventi chirurgici per diminuire il rischio di prolungate emorragie. Per lo stesso motivo l’associazione con anticoagulanti va sorvagliata e monitorata dal proprio medico curante.