Marmellata senza zucchero

Portata:
Dolci
Indicata per:
Vegani, Celiaci, Intolleranti al lattosio
Preparazione:
30 min
Difficoltà:
Marmellata senza zucchero

La cosa curiosa è che questo post è nato dalla ricetta del salmone al forno, e dalla richiesta di due lettrici, ma la cosa ancora più curiosa è che in programma c’era la crostata di frutta.

Ottima occasione, per partire dalla marmellata, senza zucchero.

Usualmente, quando non ho sottomano quella fatta in casa utilizzo quella della Rigoni che pur essendo industriale utilizza prevalentemente gli zuccheri della frutta.

Quando però viene l’estate e siamo in campagna preferisco le marmellate fatte in casa.

Come premessa devo dire che il risultato dipende soprattutto dalla frutta che viene utilizzata. Deve essere matura al punto giusto e più la qualità è dolce e migliore sarà il risultato.

Quella che vedete nella foto è una fantastica marmellata di fichi, fatta dalla mia mamma con i frutti del nostro albero in campagna.

Per realizzarla ha spelato i fichi e li ha messi in una pentola antiaderente facendoli cuocere a fuoco basso in modo da ridurli a una composta morbida. Per dargli più sapore ha aggiunto della scorza di limone e una grattatina di zenzero.

Appena raggiunta una sufficiente consistenza ha utilizzato il minipimer a immersione (direttamente nella pentola) per ridurre la frutta in modo omogeneo.

Poi ha controllato che si asciugasse ben bene continuando la cottura.

Eccoci arrivati al punto cruciale, ovvero quello della conservazione.

Tecnicamente lo zucchero dovrebbe favorirne la perfetta tenuta temporale ma devo dire che gli esperimenti fatti di persona mi hanno dato ugualmente buoni risultati anche senza.

Io utilizzo solo i vasetti della Bormioli, per intenderci i “quattro stagioni” con il loro tappo brevettato. Se li lavate assicuratevi che siano ben asciutti.

I sistemi sono due, almeno quelli che conosco, il primo è di invasare la composta calda facendo ben attenzione che il bordo del vaso non sia sporco e sigillandola subito con il tappo. A questo punto la lascio raffreddare a “testa in giù”. Se il sistema ha funzionato capovolgendola il tappo dovrebbe mostrare una leggera curvatura verso l’interno.

Se non ha funzionato passo all’opzione numero due, sterilizzazione con bollitura.

Prendo una pentola abbastanza capace da contenere i vasetti con almeno due dita di acqua sopra, li separo con degli stracci immersi e inizio la bollitura, alla fine devono essere lasciati raffreddare nella pentola coperti dall’acqua.

I tempi di bollitura dipendono dalla frutta: per esempio le albicocche, le pesche e le prugne necessitano almeno di 40 minuti, mentre per le fragole, i lamponi e il ribes ne bastano anche solo 20. Ricordatevi sempre di verificare la leggera infossatura del tappo di chiusura.

Io li conservo in un armadietto buio e scelgo vasetti di piccole dimensioni perchè una volta aperto o lo finite in fretta o potete conservarlo in frigorifero ma non più di una settimana.

Questo sistema di conservazione è un ottimo modo per farci godere anche in inverno della frutta del nostro giardino, ottima  sulle fette di riso o con del pane integrale finisce in gloria sulla pasta della più tradizionale e amata delle torta, la crostata.

E di questo parleremo settimana prossima. 

Nichel e Salicilati: scegliete la frutta che potete assumere controllando le tabelle.