Teledipendenza: segnali di pericolo e strategie utili

26 Novembre 2004
Teledipendenza: segnali di pericolo e strategie utili

L’immensa disponibilità di programmi televisivi a qualunque ora del giorno ha profondamente trasformato le abitudini quotidiane di molte persone, in particolare dei bambini, con le conseguenze nocive sulla salute che ha evidenziato una recente ricerca, e degli anziani.

E quando la tv prende il posto delle chiacchiere con gli amici, della lettura dei giornali o di un buon libro, il margine che resta per sviluppare un atteggiamento critico nei confronti dei contenuti ricevuti è veramente poco.

Purtroppo la tv non è un mezzo “neutro”. Le storie che passano sul video diventano a poco a poco parte della nostra vita reale, come se fossero quelle dei nostri amici. Fanno compagnia e offrono modelli di vita e comportamenti da imitare, con una confusione sempre crescente tra “realtà virtuale” e “realtà concreta”, fino a diventare (in soggetti particolarmente predisposti) un surrogato della vita. Lo stato ipnotico in cui veniamo trasportati con la televisione rischia inoltre di determinare un grave impoverimento delle esperienze dirette di confronto con la realtà.

Non basta però l’eccesso di tv a renderci dipendenti: il terreno fertile sul quale la videodipendenza fa presa più facilmente è quello legato alla presenza di un disagio, a bisogni frustrati che cerchiamo di riempire con le appassionanti storie di personaggi fittizi e alla mancanza di relazioni sociali significative.

Gli eccessi televisivi, anche quando non sono patologici, rischiano comunque di rubarci tempo ed energie preziose. Quali segnali devono farci preoccupare? Innanzi tutto, sicuramente, guardare la tv per più di 2-3 ore al giorno e l’abitudine a guardarla mentre si svolgono altre attività. Poi, alcune comuni conseguenze quali:

  • riduzione delle attività di svago alternative;
  • rarefazione dei rapporti sociali, apatia;
  • appiattimento delle capacità critiche e passività mentale;
  • confusione tra realtà e descrizione televisiva della realtà (quello che viene detto diventa una verità assoluta);
  • crisi di astinenza con nervosismo e irritabilità quando non si può guardare la TV;
  • desiderio di acquistare i prodotti pubblicizzati;
  • eccesso di preoccupazione per notizie apprese in TV (o per la sorte dei propri personaggi preferiti);
  • tendenza a guardare la TV in stato “semi-ipnotico”;
  • euforia o esaltazione nella contemplazione dei programmi preferiti.

Quando i segnali di pericolo si manifestano, o quando semplicemente decidiamo di ridurre il nostro tempo-tv (o quello dei nostri figli) per ristabilire un rapporto equilibrato con questo invadente elettrodomestico e dedicare via via più spazio ad altre attività più creative, può essere utile mettere in pratica alcune strategie:

  • Guarda sempre la TV seduto in posizione corretta (magari anche scomoda…) e in una stanza illuminata. Evita di svolgere contemporaneamente altre attività.
  • Limita subito la dose massima di TV a 2-3 ore, poi cerca di ridurre progressivamente il tempo fino a un’ora. Per i bambini è fondamentale la mediazione degli adulti e aiutarli a comprendere la motivazione.
  • Coltiva altri passatempi, chiediti cosa faresti se improvvisamente la TV non esistesse. Fai in modo di dedicarti a qualche attività creativa e attiva almeno 2-3 volte la settimana: iscriviti a un corso, comincia a praticare uno sport.
  • Frequenta più attivamente i tuoi amici. Soprattutto, fai un patto con te stesso di non rifiutare mai più un invito perché alla tv danno un programma che ami.
  • Confronta le notizie televisive con quelle provenienti da altre fonti: giornali, radio, riviste, libri, conoscenti… Mantieni un atteggiamento logico e una visione globale dei fenomeni.
  • Se la tv è già diventato un tormento, ma la tua motivazione a limitarla non è sufficiente, comincia a darti un sollievo immediato concedendoti subito 24 ore di astinenza. Ripeti a te stesso che domani tornerai a fare ciò che vuoi: non è solo una prova generale di libertà, è soprattutto un modo per ridare fiducia a te stessa e per sperimentare attività alternative. Se poi le sensazioni di benessere e indipendenza ti incoraggiano a continuare, datti come obiettivo altre 24 ore. Ma non pensare al futuro: “un giorno alla volta” (come insegnano gli Alcolisti Anonimi) è il segreto del successo.