OGM: liberi di liberarcene

18 Settembre 2007
OGM: liberi di liberarcene

A partire da questi giorni, e poi fino al 15 novembre, per chi è rientrato dalle vacanze c’è  un appuntamento importante da mettere in agenda. Si tratta della prima consultazione nazionale che sia mai stata fatta sul tema centrale della nostra alimentazione futura.

La domanda di questo “strano” ma salutare referendum suona esattamente così : “Vuoi che l’agroalimentare, il cibo e la sua genuinità, siano il cuore dello sviluppo, fatto di persone e territori, salute e qualità, sostenibile e innovativo, fondato sulla biodiversità e libero da OGM?”.

L’iniziativa nasce dalla coalizione Italia-Europa-Liberi da OGM, formata da agricoltori, commercianti, artigiani, consumatori, imprenditori, scienziati, ambientalisti e intellettuali, tutti d’accordo nel sostenere la “qualità e sostenibilità degli alimenti”, tanto più in un Paese come il nostro dove le dimensioni delle imprese agricole sono contenute per motivi di morfologia del territorio e per storia socio-economica.

Si tratta di una coalizione inedita per ampiezza: vi sono rappresentate 27 Associazioni, che insieme superano i 10 milioni di iscritti. Si tratta di un numero 4 volte superiore a quello degli iscritti a tutti i partiti politici italiani messi insieme. Vi sono ampiamente rappresentati anche i produttori, a testimoniare che non si tratta di uno sparuto gruppo di ambientalisti con possibili posizioni ideologizzate, ma che si tratta invece di un taglio trasversale della società e della produzione, di vasta entità. Il settore agroalimentare infatti rappresenta circa il 14% del Prodotto Interno Lordo, secondo solo al settore manufatturiero.

Se, per alcuni, le urgenti misure fissate dall’Unione Europea e dal Protocollo di Kyoto non fossero sufficienti per puntare tutto sulla tipicità dei nostri prodotti, le colture biologiche, la valorizzazione della diversità e il rispetto del territorio, sarà bene ricordare che l’Italia non ha alcuna possibilità di competere con il resto del mondo in termini di quantità della produzione.

Al contrario, la domanda crescente di alimenti tipici e genuini, espressa sempre di più dai cittadini italiani ed europei, è un’evidente richiesta di qualità, impossibile da mantenere qualora si dovesse optare per un’agricolutra sempre più dipendente dal petrolio, dalla chimica industriale e dai brevetti. Aluni infatti sostengono che il “petrolio dell’Italia è costituito dalla miriade di prodotti d’eccellenza che tutto il mondo ci compra e ci invidia”.

Aderire all’appello ItaliaEuropa-Liberi da OGM è tanto urgente, quanto semplice (basta collegarsi al sito www.liberidaogm.org e proseguire con la votazione della scheda, che può essere fatta online direttamente a partire dalla scheda di votazione). Impossibile sbagliare.

di Manuela Florio