Adipochine: quando l’artrite dipende da quello che si mangia
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Il modo in cui ci si nutre determina la attivazione delle adipochine, una classe di sostanze prodotte dal tessuto adiposo, che possono interferire pesantemente sul metabolismo, sulla insulinoresistenza e sulle reazioni infiammatorie.
È certo che le adipochine siano coinvolte con la nascita e il mantenimento dell’artrite reumatoide.
Le adipochine sono una scoperta relativamente recente (la prima, la leptina, è stata scoperta solo nel 1994) ma in realtà i loro effetti sono ubiquitari e sistematicamente presenti.
Sono coinvolte nel metabolismo, nella regolazione ormonale, nella fertilità, nelle reazioni infiammatorie e nell’artrite.
In realtà però molti non ne conoscono nemmmeno l’esistenza, e soprattutto l’importanza.
Per capire come stride in medicina questa mancata conoscenza della azione di queste sostanze, basti pensare che entrando in un reparto di Reumatologia e chiedendo se è possibile fare qualcosa con l’alimentazione per i malati di artrite, di solito ci si sente rispondere male, o al massimo che è sempre meglio dimagrire un po’, mentre nel novembre 2007 veniva pubblicato su Nature Clinical Practice Rheumatology una documentatissima ricerca sul ruolo delle adipochine in reumatologia e sulle possibilità terapeutiche di queste scoperte (Lago F et al, Nat Clin Pract Rheumatol. 2007; 3(12):716-724).
Questa ricerca è stata proposta da Medscape (organo deputato negli USA anche alla educazione medica) come aggiornamento per i medici di fine anno 2007.
Le adipochine insomma vengono riconosciute come i più importanti mediatori emergenti della risposta immunitaria e infiammatoria.
Le più importanti oggi conosciute sono la Leptina, la Adiponectina, la Resistina e la Visfatina. Tutte derivano da una alimentazione che attivi insulinoresistenza, e quindi i principi di nutrizione come quelli che da sempre promuoviamo (cereali integrali, abbinamento carboidrati e proteine ad ogni pasto…) sono quelli che si possono applicare terapeuticamente per ridurre e controllare la loro produzione.
Il coinvolgimento della alimentazione e in particolare delle ipersensibilità alimentari nei problemi articolari e nell’artrite è noto fin dal 1994, quando i primi lavori sulla azione terapeutica delle diete di controllo delle reattività alimentari sono stati presentati in modo pubblico. E lavori più recenti lo riconfermano in modo preciso.
Modificare la prima colazione quando ci si sveglia con i dolori è una opzione probabilmente più utile di un analgesico qualsiasi.