2008, anno della patata
Quante volte si è sentito dire spregiativamente “E’ un campo di patate!” per identificare un luogo arido e, alla vista, anche bruttarello. Un campo di patate non raccoglie di sicuro la positiva eredità visiva di un bel campo di mais o granoturco o di una risaia. Icone stampate nella mente di ognuno di noi per la bellezza. Tirando le somme, per noi, la patata non è così bella, vive sottoterra, e volendo da anche l’idea di essere un po’ sporca. Sta di fatto che, come avviene in altri ambiti della vita, l’immagine si distacca pesantemente dal contenuto.
Mille sono infatti i pregi di una coltura di patate: prima di tutto la facilità e la economicità dei metodi di coltivazione; poi l’agevolezza di arrivo a fine coltura, che si raggiunge nell’arco dI soli 100/150 giorni; inoltre la capacità di nutrire alquanto elevata. A queste proprietà si aggiunge che una introduzione e un forcing sulla coltura di patate a livello mondiale potrebbe risolvere positivamente l’annoso problema dell’aumento costante del prezzo del grano (sostituendovisi) e, quindi, della crescente spesa pro-capite che ogni abitante del globo deve sostenere per nutrirsi. Si pensi soprattutto ai Paesi in via di sviluppo, fra cui l’India (che recentemente conosce una crescita demografica elevata e una conseguente massiccia richiesta di cibo), ma anche l’Africa, dove la domanda di alimenti andrà sicuramente aumentando nei prossimi anni. In altre parole l’estensione della coltivazione del tubero può rappresentare una svolta nella risoluzione del problema della fame nel mondo.
Ci sono anche altri aspetti positivi in una coltura di patate: i resti della lavorazione possono essere utilizzati, con tecnologie moderne, per la produzione di energia e di plastica riciclabile. Elemento importante, ad esempio, nei paesi Andini dove le calorie prodotte mediante gli scarti garantirebbero un approvvigionamento di energia per le stagioni fredde.
Anche ridimensionando il campo e spostandoci su qualcosa che ci interessa direttamente, la patata è importante nella nostra alimentazione, per diverse ragioni: se mangiata intera, è ricca di vitamine, potassio, fibre, ha proprietà antiossidanti e anti-ipertensione. Consumata con la buccia è infatti fonte di benefici nella prevenzione dall’infarto e delle patologie coronariche. Un tubero al giorno basta per coprire il 21% del potassio necessario al nostro corpo, facilitando il metabolismo del calcio e quindi la formazione e consolidazione delle ossa. Non solo, ma è ricco anche di vitamina C. 150 grammi di patate, con la buccia, contengono almeno 3 grammi di fibre, ossia il 12% della quantità giornaliera consigliata. Senza contare le numerose proprietà antiossidanti e antinvecchiamento, nonché la presenza di glutatione che ha funzione preventiva per alcuni tipi di tumore. La patata contiene carboidrati sotto forma di amidi e se viene cotta il giusto, quindi non in eccesso, possiede un elevato indice di sazietà, cosa che potrebbe essere rilevante nelle persone che hanno superato i limiti di peso. Dopo un pasto a base di patate la fame tarda a ripresentarsi. Inoltre, se consumato senza condimento, il tubero può avere proprietà importanti ai fini del dimagrimento e della dieta.
Quindi, nonostante una “fisicità” non proprio attraente e un’immagine screditante, le patate posseggono molteplici aspetti positivi che dovrebbero indurci ad inserirle tout court nella nostra dieta quotidiana.