Allergia e obesità: legami sempre più stretti

19 Marzo 2013
Allergia e obesità: legami sempre più stretti

Le citochine e le adipochine, le sostanze infiammatorie prodotte dal sistema immunitario e dal tessuto adiposo parlano la stessa lingua, e i loro effetti si intrecciano sempre di più.

Abbiamo di recente descritto i lavori che legano infiammazione da cibo e artrite reumatoide, psoriasica o reattiva che sia, spiegando che le citochine e le adipochine prodotte nell’organismo possono seguire questa strada. Altri ricercatori stanno approfondendo invece lo studio della relazione tra la resistenza insulinica e l’allergia, spiegando perché l’asma è sicuramente aggravata in condizioni di obesità e l’ingrassamento è più facile in soggetti allergici.

Le ricerche, come quella di recente pubblicata su Allergy da un gruppo di ricercatori statunitensi e greci, mettono in relazione i livelli di visfatina e di adiponectina con lo sviluppo contemporneo di obesità e di reazioni allergiche (Sismanoupolos N et al, Allergy. 2013 Jan;68(1):8-15. doi: 10.1111/all.12043. Epub 2012 Oct 16).

In pratica significa che chi mangia in modo anomalo, stimolando la resistenza insulinica (basta per questo saltare la prima colazione, non si creda che ci si debba trasformare in crapuloni…) può non solo ritrovarsi grasso o con massa grassa aumentata, ma sviluppare anche serie e importanti rezioni allergiche che esprimono in un certo senso il fatto che l’organismo ha superato un livello di soglia e manda un segnale di allarme che dovrebbe essere preso in seria considerazione.

Non ci sono solo cattive notizie: l’uso di alcuni flavonoidi (come quelli contenuti naturalmente nella quercetina) o di oli che riequilibrano l’infiammazione (Olio di Perilla) consentono a chiunque di aiutare non solo il controllo dell’allergia ma anche di migliorare la sensibilità insulinica attivando il metabolismo.

La scienza procede lungo una strada che sempre più sta rilevando l’importanza dell’infiammazione nei suoi vari aspetti. Oggi non parliamo più di “infiammazione” ma dei diversi biomarker di infiammazione, capendo che il vecchio “antinfiammatorio generico” può probabilmente andare in pensione a favore di scelte, anche solo naturali, che consentono di modificare il proprio personale profilo infiammatorio agendo finalmente nella direzione corretta verso una guarigione più completa anziché limitarsi al solo controllo temporaneo di un sintomo.