Adele, una medicina che rende liberi

13 Febbraio 2012
Adele, una medicina che rende liberi

Sei statuette per una Adele emozionata, emozionante e bellissima sul palco di stanotte nella cinquantaquattresima edizione dei Grammy Awards. Ha già vinto 4 statuette quando canta la sua “Rolling in the deep”, di nuovo sul palco per la prima volta dopo l’intervento alle corde vocali che l’ha fatta restare silenziosamente in attesa, come i suoi fan, per più di quattro mesi.

“Ho bisogno di ringraziare i miei dottori, suppongo, che hanno riportato indietro la mia voce”. Lo dice la cantante sorridendo serena e divertita, salita sul palcoscenico per ritirare il suo premio per la migliore performance pop in assolo con “Someone Like You”. Ai primi di ottobre la Columbia Records aveva dovuto cancellare tutte le date di concerto e l’artista si era scusata con i fan, attraverso il proprio blog. “Per favore – scriveva – abbiate in me, perché questa [restare in silenzio, ndr] è l’unica cosa che posso fare per essere certa di poter sempre cantare e sempre poter fare musica per voi, al meglio della mia abilità”.

Ecco l’emozione dunque di sentire una Adele favolosa cantare sul palco per la prima volta dopo tanto tempo, in una notte tanto speciale. La cantante torna sul palco coi suoi fan e per una volta il messaggio è una medicina che, qualche volta, rende liberi. Questa notte, per un momento anche questa parte dell’essere medici e del praticare la scienza della salute, è salita sul palco: quella attenta al bisogno del paziente. Quella che ha restituito la voce ad Adele, che le ha fatto fare cambiamenti in quello che fino a quel momento era stato il suo modo di vivere, e che ha permesso a lei di sentire ancora la sua passione, in gola, nell’aria e tra le dita. E tramite lei ha permesso al suo pubblico di saperlo.