Ma il reflusso gastroesofageo è psicosomatico?

27 Settembre 2007
Ma il reflusso gastroesofageo è psicosomatico?

Per chi è convinto che la psiche interagisca con il corpo (e svolga dunque un’importante funzione così nel mantenerlo sano come nel farlo ammalare) una ventata d’aria fresca viene dalla Scandinavia.

Qui un gruppo di studiosi svedesi e norvegesi ha condotto un’interessante ricerca che si proponeva di verificare se esista una correlazione tra il manifestarsi di gravi sintomi di reflusso gastroesofageo e la presenza, negli stessi soggetti, di situazioni di ansia e/o depressione.

Le conclusioni, pubblicate sul numero di settembre della rivista scientifica Alimentary Pharmacology & Therapeutics, lasciano pochi dubbi: la correlazione esiste ed è altamente significativa (C Jansson et al, Aliment Pharmacol Ther 2007 September, 26(5):683-691).

Lo studio ha riguardato una popolazione di ben 65.000 norvegesi adulti, il 5% circa dei quali riportava gravi sintomi di reflusso gastroesofageo, e si è svolta attraverso una serie di questionari sottoposti sia al gruppo sofferente di questo disturbo sia al gruppo di persone sane.

È risultato che chi presenta sintomi inequivocabili di ansia e/o di depressione ha molte più probabilità di sviluppare il disturbo chiamato, con una sigla tratta naturalmente dal nome inglese della malattia, GERD (Gastro-Esophageal Reflux Disease). La depressione aumenta il rischio di 1,7 volte, l’ansia addirittura di 3,2.

La forte componente psicosomatica nell’origine del disturbo sembra dunque provata in modo inequivocabile: il che dovrebbe suggerire a chi ne soffre di rinunciare all’uso smodato di farmaci dai pesanti effetti collaterali a vantaggio di terapie naturali e, soprattutto, di un drastico mutamento delle abitudini di vita e alimentari.

Il fatto che l’origine del disturbo possa essere, e molto spesso effettivamente sia, di natura psicologica (che si tratti, per così dire, di un reflusso della psiche ancor prima che dello stomaco) non deve infatti indurre a sottovalutare l’importanza di una corretta alimentazione per debellarlo.

Al contrario, l’alimentazione è in questo caso la chiave del problema sia negli effetti sia nelle cause.

Negli effetti, perché il disturbo colpisce l’apparato digerente ed è aggravato dal consumo di certi cibi. Nelle cause, perché, come più volte abbiamo sottolineato, anche l’ansia e la depressione hanno spesso le loro radici in uno stile di vita squilibrato e possono efficacemente essere curate con un’alimentazione sana e corretta.

Tout se tient, come dicono i francesi. Tutto parte dall’alimentazione e all’alimentazione fa ritorno. E, quando l’alimentazione non è buona, tutto torna su.

di Ezio Sinigaglia